Riso Carnaroli: Giudizio Universale

Giudizio Universale è il test per i prodotti gourmet in vendita nei negozi di specialità, oggi abbiamo messo alla prova 4 campioni di riso Carnaroli tra i migliori d'Italia: Riso Buono, Puro Grummolo, Riseria Melotti, Acquerello

Riso Carnaroli: Giudizio Universale

Secondo episodio su Dissapore di Giudizio Universale: ogni 15 giorni testiamo prodotti scelti tra gli scaffali di gastronomie specializzate oppure online, di quelli che piacciono ai gourmet insomma, poi emettiamo un verdetto. Sì certo, Dissapore ha già la Prova d’Assaggio, quello però è un test sui prodotti in vendita nei supermercati, inoltre per Giudizio Universale valuta i prodotti “alla cieca” un panel di 7 palati oltre a quello della vostra cronista, qui, che si occupa di formazione all’assaggio e analisi sensoriale.

Oggi Giudizio Universale intinge la penna nell’amido e, con implacabile severità, viviseziona il riso Carnaroli.

Mantecato, bollito, pilaf, saltato, in insalata, avvinghiato a elaborati intingoli o all’essenziale goduria di una noce di burro, intrappolato nello scrigno croccante di un arancina o nel denso abbraccio di una zuppa, alzi la mano chi non ama il riso (che lo meno).

Come resistergli? Si presta a mille preparazioni e l’assenza di glutine lo rende adatto al regime alimentare di chi sviluppa intolleranze a questa proteina o è affetto da celiachia. Il mio DNA veronese (non i geni da alcolista, quelli da mondina) non si spiega lo sconfortante dato sui consumi annui pro capite, 5 kg (poco più) sono il nulla. Io di certo faccio la mia parte, in questo periodo dell’anno in particolare – non so se per colpa di zucca, funghi o tartufi- intensifico le mia frequentazione con il riso.

Come detto nel mare magnum di risi (oltre un centinaio le varietà coltivate in Italia) abbiamo scelto il Carnaroli, la rock star del riso da risotti. Ecco i contendenti, presentati in questo ordine:

1. Riso Buono Carnaroli Gran Riserva – Azienda Agricola Luigi e Carlo Guidobono Cavalchini (confezione in vetro da 450 gr, € 6,60)
2. Puro Grumolo – Riseria delle Abadesse (confezione in cartone con due blister in plastica sottovuoto da 500 gr, € 4,65)
3. Riso Carnaroli – Riseria Melotti (confezione in vetro da 400 gr, € 3,50)
4. Acquerello – Rondolino Società Cooperativa Agricola (confezione in latta sottovuoto da 500 gr, € 6,30)


CRITERI DI VALUTAZIONE

riso crudo, test

L’approccio all’assaggio è il medesimo: in gruppo, utilizzando schede ad hoc e istruendo i palati prima dell’assaggio. Il riso è stato bollito in acqua non salata, servito scolato e in purezza, ovviamente alla cieca. Sì, è una vera goduria assaggiare riso scondito e sciapo, ma così facendo lo lasciamo libero di comunicarci tutto il suo amidoso splendore, aiutandoci a cogliere le caratteristiche sensoriali di ogni singolo campione.

Come dovrebbe essere un riso da risotti? Liberare amido o trattenerlo nel chicco? Quale consistenza ci piacerebbe avesse? Ci siamo ad esempio concentrati su collosità (l’attitudine del riso ad appiccicare) e consistenza (resistenza alla masticazione), i due parametri qualitativi definiti genericamente “texture”.


IL RISO IDEALE: CREMOSITA’ SENZA MANTECATURA

riso buono

Riso Buono stacca con decisione il resto del gruppo, intensità aromatica e dolcezza ci hanno ingolosito. Il chicco si concede senza riserve ai piaceri dell’acqua e non oppone resistenza nemmeno alla masticazione (sto rammollito), noi lo immaginiamo adagiato su una tortiera per quanto è dolce.

L’acqua si tinge di bianco, si addensa. Habemus cremina! In sintesi, il prodotto ideale per chi ama i risotti all’onda ma non vuole usare grassi per mantecare.

È al contempo però il riso che ha tenuto meno la cottura, quello per cui è sempre consigliabile la tostatura o in ogni caso un’attenzione particolare ai tempi di cottura. Il più adatto per alcune preparazioni, il meno indicato per altre.


LA MIGLIORE SCOPERTA

cotto Grumolo

Puro Grumolo, Riseria delle Abadesse: per chi, come la sottoscritta, vive in terra di risorgive e risi e ha il palato tarato sui prodotti locali, è raro avventurarsi in terre straniere (il campanile è il campanile).

Devo ammettere però che questo Carnaroli dell’est Veneto non ha convinto solo me. Chicco tenace, non colloso, sgranato. Aromaticità e dolcezza più contenute rispetto al primo campione, ma consistenza più convincente. Il riso tiene meglio la cottura. Va tostato? Non necessariamente.

L’ideale per un risotto alla ‘pilota’, ma anche all’onda (qui si però è consigliabile un legante per ottenere una consistenza cremosa). Anche il prezzo ci è piaciuto tanto, sì.

In zona troneggia il Vialone Nano, credo tradirò momentaneamente il mio spaccino di fiducia e lo proverò.


CONFERME

cotto acquerello

Acquerello: siamo banali, eh? Il re del riso invecchiato (e reintegrato con la propria gemma) non si smentisce. In questo caso abbiamo scelto il prodotto base, invecchiato un anno. Caratteristiche sensoriali non dissimili da Grumolo delle Abadesse. Il chicco si presenta integro, sgranato e non colloso. Aromaticità contenuta.

L’assaggio non tradisce l’aspetto: chicchi integri, non collosi e tenaci. Un accenno di dolcezza (mediana 3 su scala 0-9) e freschezza (leggasi acidità), certamente enfatizzata dalla presenza di liquidi in bocca dovuti alla masticazione. Sì, è un ottimo riso da risotti. Il migliore? Noi si guarda anche lo scontrino e quello ci sorride un po’ meno.


CONSISTENZA DA “SCIOGNO” (MA FINALE AMARO)

riso cotto melotti

Riseria Melotti: tra le aziende del veronese che molto stanno facendo per diffondere la cultura risicola con piglio intelligente. Probabilmente il migliore tra quelli in assaggio secondo il mio personalissimo concetto di ‘consistenza ideale’, ha palesato però un sapore che ci ha convinti meno.

Chicco integro, compatto e non colloso. Un naso leggermente più presente rispetto all’Acquerello, su tutti sentori di cereale e frutta secca (mediana 3 su scala 0-9) e consistenza ‘hip hip urrà!’. Amido presente nel suo dolce splendore (mediana 5), salivazione in piena attività a ringalluzzire la sensazione di freschezza ma, ahinoi, ci sorprende una nota amara a smorzare gli entusiasmi.

L’amaro è stato percepito negli ultimi 3 campioni, in questo caso con un’intensità maggiore. Il ricordo dopo la deglutizione non è piacevolissimo. Verrebbe da ipotizzare possa essere legato al tipo di concimazione (alcuni sali sono amari). Sono ovviamente congetture, noi ci atteniamo a quanto ci dicono i nostri recettori. In ogni caso nulla che il normale utilizzo in cucina non riesca ad annullare.


GRAN FINALE

Risotto alla milanese

Per chi volesse approfondire la questione risi, caratteristiche sensoriali e indici qualitativi, suggerisco questo interessante mapazzone studio condotto da Ersaf nel 2011. Tra gli altri, viene preso in esame il Vialone Nano (che adoro), varietà con caratteristiche molto simili al Carnaroli.

Mai provato il Vialone per un risotto? Quale riso non manca mai nella vostra dispensa?

[Crediti | Link: Dissapore]