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Reggio Emilia: debuttano i talks sul Made in Italy di I love Italian Food
Perché l’Italia è solo al quinto posto in Europa per l’export di cibo? Il benessere della Penisola, soprattutto a livello occupazionale, dipende molto dalla gastronomia, eppure sono gli stessi cittadini italiani a soddisfare il proprio fabbisogno con prodotti importati. Il cibo come risorsa preziosa e insostituibile. Insomma, “Food: il petrolio d’Italia”. Sarà questo il tema […]... CONTINUA
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Massimo Bottura: vi dico cos’è il Made in Italy in 10 punti
Che cos'è il Made in Italy secondo lo sguardo visionario dello chef Massimo Bottura... CONTINUA
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E’ sempre cucina italiana anche se lo chef è straniero?
Si può parlare di cucina italiana anche se in molti ristoranti, da quelli con tre stelle Michelin in giù, molti cuochi sono stranieri? Che senso ha la chiusura italiana verso le altre come successo a Firenze o a Verona, se i nostri chef sono sempre più internazionali?... CONTINUA
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Pensate se chi cucina italiano nel mondo usasse solo prodotti italiani
Che risultati otterrebbe la nostra economia se chi cucina italiano nel mondo, nei ristoranti e nelle case, usasse solo prodotti italiani? Abbiamo provato a fare due conti su come promuovere bene il Made in Italy alimentare all'estero... CONTINUA
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Made in Italy per l’Economist: cibo slow, economia slow
L'orgoglio italiano per i prodotti tipici rovina gli affari, sostiene l'Economist. Il Made in Italy alimentare è più attento alle tutele europee che a vendere i propri gioielli... CONTINUA
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Ministro De Girolamo, speriamo non abbia preso il raffreddore salvaguardando il Made in Italy
Quando i politici snocciolano dati nei talk show serali tanto per darsi un tono cambio immediatamente canale. Sto per snocciolare dei dati ma non sono un politico, non cambiate blog vi prego, prometto di non esagerare. Dunque, il grano duro italiano copre solo il 65 % del fabbisogno, dobbiamo importare frumento da Canada, Stati Uniti, Sudamerica e Ucraina. […]... CONTINUA
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Top ten del Made in Italy alimentare venduto allo straniero, perché dovremmo preoccuparci?
Per un pranzo ordinario, quotidiano, poche pretese se non quella di mangiare presumibilmente italiano, sulla tavola di un consumatore medio cosa finisce? Niente pasta oggi, facciamo del riso. La mano si allunga verso lo scaffale: Scotti, con tanto di faccia piaciona e sorridente di Gerry. Made in Italy? Sarà, sta di fatto che il 25% delle […]... CONTINUA
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Continuiamo così, facciamoci del male! I luogocomunismi italiani nel dopo-Eataly New York
All’improvviso, ‘stamattina, mi si ammonticchiano nella mente Farinetti, Eataly New York, i 25 milioni di investimento, l’adorazione della grande mela, più certi luogocomunismi italiani quali: (1) “Eataly serve a far soldi“, (2) “Barilla, Lavazza e Rossopomodoro non sono le eccellenze italiane“, (3) “Solo piccolo è bello” (che fanno più Paese Reale di una puntata del […]... CONTINUA
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Chi trama contro la Toscana? (Del cosmico non contare una fava di Michela Vittoria Brambilla e Rolling Stone)
Non so come dirlo, ma è probabile che ieri, con questa dichiarazione, Michela Vittoria Brambilla abbia scelto la via del ridicolo volontario per evitare il rischio di quello involontario.”Se la Catalogna rinuncia alla corrida anche noi possiamo rinunciare a qualche palio che danneggia l’immagine dell’Italia“. Un ministro del turismo per cui il Palio di Siena […]... CONTINUA
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Cosa c’entra la Granarolo con la mozzarella blu e perché dovrebbe interessarci saperlo
Non giudico, so che è facile travisare ed essere travisati. Provo però a lanciare un messaggio perché chi consuma ha diritto di sapere su cosa mette le mani. Se la Granarolo, definita dal suo presidente Giampiero Calzolari “la più bella azienda casearia italiana”, sapeva che non tutto funzionava alla Milchwerk Jager Gmbh, società tedesca coinvolta […]... CONTINUA
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McItaly | Il Mcministro risponde al Guardian e a noi gastrofanatici “radical chic”
Accusato venerdì dal Guardian di alto tradimento nazionale per aver concesso il patrocinio del suo ministero a McItaly, il nuovo panino di McDonald’s, Luca Zaia nel fine settimana ha risposto al quotidiano britannico, e per conoscenza, a ogni tipo di infedele. Gastrofanatici compresi. Rivelando l’ingrediente che mancava alla sua ricetta propagandistica cucinata finora con dosi […]... CONTINUA
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I♥Roma
La lista delle cose che bisogna essere in due per fare è lunga. Così insospettabilmente lunga che si deve essere in 2 anche per commentare l’ascesa della cucina romana a New York. Uno è il New York Times, voglio dire: IL NEW YORK TIMES. L’altro è la Coldiretti. Vabbé, non c’è gara. Un momento, aspettate. […]... CONTINUA