Antonia Klugmann contro tutti: “dopo MasterChef mi sono sentita violentata”

Lungo sfogo di Antonia Klugmann, chef del ristorante L'argine di Vencò, in provincia di Gorizia, e nuova giudice di MasterChef 7 al posto di Carlo Cracco. "Mi sono sentita violentata" da insulti, minacce e apprezzamenti pesanti piovuti sui social dopo il suo debutto a MasterChef 7

Antonia Klugmann contro tutti: “dopo MasterChef mi sono sentita violentata”

Natale aspro per Antonia Klugmann detta “Klughi” (copyright Joe Bastianich), che dopo i primi due episodi di Masterchef 7 trasmessi giovedì scorso, si è trovata a fare i conti con insulti, minacce, apprezzamenti pesanti (il più gentile è stato “cessa”).

E non l’ha presa bene.

In un lungo sfogo affidato alla giornalista di Corriere Cucina, Angela Frenda, la giudice che ha preso il posto di Cracco furibonda trattiene a stento la rabbia, per quanto il suo atteggiamento durante il programma non sia stato certo accomodante:

“Mi ha fatto male –dice Antonia. Subire minacce di violenza sui social è una cosa orrenda. Un reato. Non è normale che una donna possa essere aggredita dagli stalker del web solo per aver partecipato a una trasmissione TV. Per carità, ci sta amare Cracco e magari non voler accettare me. Ma la violenza no”.

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La chef del ristorante stellato L’argine di Vencò, in provincia di Gorizia, si chiede: “È lecita una cosa del genere nel nostro Paese? Sapevo che eravamo messi male con le donne, qui da noi, ma non così tanto. Cosa insegniamo alle nostre bambine? Che se sei remissiva e stai al tuo posto allora nessuno ti mena? Mi hanno dato della puttana, hanno minacciato di usare il sesso contro di me… Questo capita perché sono una donna. E sono purtroppo solo l’ultima donna a cui è successa una cosa del genere. Una vergogna”.

Il trattamento ricevuto ha scosso “Klughi”, che nelle reazioni, così come nel ruolo di giudice a MasterChef, dimostra serietà e personalità da vendere.

“Sia chiaro: io non sono una bulla di quartiere –prosegue, anzi, sono la più tenera con le persone deboli. E i miei colleghi, Cracco in testa, sono stati molto più duri di me. Io non ho fatto nulla di più di quello che loro hanno fatto in passato”.

Il quartetto Bastianich, Cracco, Cannavacciuolo e Barbieri in effetti non si è fatto mancare giudizi impietosi, sguardi minacciosi e piatti volati, eppure nessuno di loro ha mai causato una reazione così compatta e violenta.

“Gli insulti ti fanno male. Ti senti violata nella tua persona. E non dovrebbe più succedere. Mai. Se il mio caso può servire da esempio, beh, ne sono felice. Per me Masterchef è un momento di grande crescita professionale. Ma sono inquietata da questa reazione”.

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Diversamente da quanto avvenuto durante il talent culinario, i colleghi hanno dimostrato molto fair play nei suoi confronti, in particolare Cannavacciuolo, che il giorno dopo il programma è stato vicinissimo alla chef triestina, chiamandola almeno sei volte, mentre cucinava, per sapere come stava. E a fine giornata ha suggerito a Klugmann di chiudere il cellulare.

L’hanno chiamata anche anche Bastianich e Barbieri, pure loro costernati.

“Io non voglio abituarmi a una cosa del genere –ha concluso la prima giudice donna del programma di Sky, e se essendo famosa posso fare qualcosa per fermarla, beh, voglio farlo”. Rivendico il diritto di essere me stessa, senza dover chiedere scusa”.

Bella reazione, “Klughi”, appena banalizzata dal ricorso alla discriminazione di genere, visto che hai fatto incazzare molti anche per una sospetta misoginia nei confronti delle “concorrenti trattate a pesci in faccia”.

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E non l’hai mandata a dire neanche ai tuoi colleghi, colpevoli di essersi finiti tutte le tre capesante preparate da un concorrente lasciandoti a bocca asciutta:

“Quando ho visto che i tre ragazzi (gli altri giudici, n.d.r.) mi avevano lasciato quasi niente nel piatto, ho reagito. “Cosa mi lasciate, la briciola?”. Lo avrei fatto anche nella vita reale. Cosa dovevo fare? Far finta di assaggiare?”.

No “Klughi”, continua a non fingere, per ora in questo infame mondo di plastica sei l’unica vera e autentica.

[Crediti | Corriere Cucina]