Degustazioni: il vino in cartone

Le altrimenti adorabili Prove d’assaggio di Carmelita Cianci non contemplano il vino, “è tempo di porre rimedio all’insostenibile situazione” mi ha detto il capo. Detto, fatto. Ma devo prepararvi al peggio, ho deciso di dare il via alle degustazioni settimanali con i vini da tavola in Tetra Brick, prodotti industriali i cui mosti provengono dalle cantine di tutta Italia, tranne che per l’outsider del gruppo, prodotto in Puglia. Semplificando, protagonisti di questa prima degustazione sono il Tavernello e gli altri vini in cartone.

I CONTENDENTI

Tavernello
Castellino
San Crispino
Rubestro

I CRITERI

— Vista (colore, limpidezza, consistenza)
— Olfatto
— Gusto

A differenza di quello in vetro, il vino in Tetra Brick prima o poi scade (un anno circa), per cui prima di comprarlo fate attenzione alle date. Ho adeguato il punteggio finale alla categoria dei vini provati, in altre parole: se infilassi il Tavernello in un test sui Verdicchio mediamente buoni, il nostro campione ne uscirebbe con le ossa rotta o molto vicino a un Non Classificato. Non è quindi un punteggio assoluto. Ancora una cosa prima di passare al verdetto: non tutti i vini senza bottiglia sono da evitare. L’Italia è un Paese con più cantine che tacchi di scarpa per cui seguite il consiglio e scoprirete cose nuove evitando di passare per enosnob.

IL VERDETTO

# 4 Rubestro Vino da Tavola – Bianco
Produttore: Grifo Società agricola – Ruvo di Puglia

Vista: paglierino scarico, limpido.
Olfatto: zolfo un tanto al kilo (sai che mal di testa) con in più una curiosa puzza di straccio bagnato.
Gusto: in bocca è sgradevole, acidulo, sa poco di vino. Forti le note vegetali, segno di una maturazione delle uve non perfetta. Finale corto e di nessuna persistenza.

Gradi alcolici: 11,5% vol.
Prezzo: euro 1,09
Note finali: spiace dirlo, ma il vino pugliese delude su tutti i fronti. Da una piccola cantina mi sarei aspettato più attenzione alla qualità.
Etichetta: oltre alla corretta dicitura “Prodotto in Italia” ci sono info laterali sui metodi di produzione (lavorazione a freddo) e gli abbinamenti, espresione resa con il francesissimo “mariage”. Lasciamo perdere.

VOTO: n.c.

# 3 Tavernello Vino da Tavola – Bianco
Produttore: CAVIRO s.c.a. – Forlì

Vista: giallo paglierino, appena più carico del precedente. Limpido ma scorre via dal vetro troppo facilmente.
Olfatto: i soliti solfiti e un accenno di alcol pungente, poi un vago profumo di pera che lascia qualche speranza.
Gusto: in bocca è poco presente e l’attacco è leggermente amarognolo. Sul palato si avverte un’acidità agrumata esagerata seguita da un profluvio di alcol.

Gradi alcolici: 11% Vol.
Prezzo: euro 1,45
Note finali: è il più venduto in italia, ma anche Gigi d’Alessio mi dicono venda. Guarda caso, dei due non me ne piace uno.
Etichetta: Se siete adepti del blablaismo, passerete una piacevole serata leggendo le milionate di certificazioni e tutte le cose belle che Tavernello per l’ambiente fa. Resta un mistero come facciano a certificare la filiera di produzione con 33.000 soci (trentatremila!) .

VOTO: 5 e mezzo. Mezzopunto è per il coraggio.

# 2 Cantine Ronco Sancrispino Vino da Tavola – Bianco
Produttore: G.C. soc. coop. agr. – Forlì

Vista: giallo paglierino scarico. Buon segno: si aggrappa tenacemente sul vetro.
Olfatto: zolfo appena accennato e profumi di pera e banana che, finalmente, escono netti e puliti.
Gusto: mi sarei aspettato di più ma tutto sommato è piacevole. Attacco amarognolo, secco e agrumato; persistenza sul palato pressoché nulla.

Gradi alcolici: 10,5% vol.
Prezzo: euro 1,37
Note finali: si sale di livello (poco per la verità) e appare qualche timido segnale di vita. Leggeri i profumi di pera e banana del Trebbiano, ma è già qualcosa.
Etichetta: oltre alle solite note di abbinamento, compare un curioso riferimento alla fermentazione definita “spontanea”. Che io sappia, in questi casi la fermentazione è pesantemente indotta con starter e lieviti selezionati aggiunti. Potrei sbagliarmi ma se qualcuno ne sa di più si faccia vivo, per ora lasciamo le fermentazioni spontanee ai vini naturali.

VOTO: 6 tondo tondo.

# 1 Castellino Vino da Tavola – Bianco
Produttore: C.R.V. SCA – Forlì

Vista: ancora un paglierino scarico ma con buona consistenza sul bicchiere dovuta alla ricchezza di glicerina.
Olfatto: leggermente dolce e con profumi netti di pera e frutti tropicali. Miracolo: lo zolfo è appena percettibile.
Gusto: piacevole, anche se poco presente sul palato, è un vino a suo modo elegante, che ripete la nota dolce anche in bocca. Tutto sommato equilibrato e senza gli spigoli degli altri contendenti (alcol, acidità).

Grado alcolico: 11% vol.
Prezzo: euro 1,65
Note finali: proprio quando pensi di fermare il mondo e scendere più rapidamente che puoi, la vita ti torna a sorridere. Sto per dirlo: il Castellino vale i soldi che costa.
Etichetta: “Elegante come i profumi di primavera”: perchè, cosa vi ha fatto l’autunno? Sul sito dichiarano la presenza di vitigni aromatici del nord Italia. Da qualche anno il Castellino fa parte della galassia Caviro, gli stessi del Tavernello, insomma.

VOTO: 7,5 e li merita tutti.

 


COSE IMPARATE DA QUESTA PROVA D’ASSAGGIO

Mi è stata promessa una verticale di Sassicaia più contanti in monete di piccolo taglio, questo è il solo motivo per cui ho accettato di svolgere il test. Comunque a una conclusione sono arrivato: non ci crederete ma con 1 euro al litro si può bere bene. Sto parlando dell’acqua minerale, ovviamente.

Vi siete mai sottoposti a una simile Prova d’assaggio? Avete le vostre preferenze perfino sui vini in Tetra Brick? No, non ci posso credere.