Chi è Stefano Patuanelli, il nuovo ministro delle Politiche agricole

Chi è Stefano Patuanelli, il nuovo ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali che succede a Teresa Bellanova e quali questioni dovrà affrontare all'esordio del governo Draghi. Governo che vede (novità!) un "portafoglio" dedicato al Turismo.

Chi è Stefano Patuanelli, il nuovo ministro delle Politiche agricole

È nato il primo governo di Mario Draghi. E Stefano Patuanelli, del M5s, è il nuovo ministro delle Politiche agricole. L’ex presidente della Bce ha sciolto la riserva: è salito al Quirinale e, dopo l’incontro con il Sergio Mattarella, ha elencato la sua squadra di governo con una composizione ‘mista’, con 8 ministri di area tecnica e 15 provenienti dai partiti che sostengono la maggioranza (Pd, M5s, Lega, Forza Italia e Italia viva). Patuanelli succederà alla renziana Teresa Bellanova, una delle protagoniste della crisi di governo insieme a Matteo Renzi.

Lo ricordiamo perché, come altri ministri, proviene dall’esperienza del governo uscente di Giuseppe Conte (il secondo, sostenuto dall’ormai defunta maggioranza tra M5s, Pd, Iv e Leu), nelle vesti di ministro dello Sviluppo economico. Ha gestito dossier molto importanti, come quello di Alitalia, dell’ex Ilva e Whirlpool, ma non si è mai occupato a questo livello di agricoltura. Sarà in grado di guidare il dicastero? Staremo a vedere.

Triestino, sposato con tre figli. Classe ’74, Patuanelli si è laureato in ingegneria con il massimo dei voti e nel corso della sua carriera si è specializzato nella  “progettazione e gestione dei processi edilizi, con particolare riferimento alle opere pubbliche”. Ha iniziato la sua attività politica con il Movimento 5 stelle nel 2005, fondando a Trieste il Gruppo Beppe Grillo, per poi essere eletto – dal 2011 al 2016 – consigliere comunale nel capoluogo giuliano. La sua prima salita in Parlamento risale al 2018, con l’elezione a senatore. A giugno dello stesso hanno è stato nominato capogruppo del M5s a Palazzo Madama. Carica che ha mantenuto per tutta la durata del primo governo Conte, con i 5 stelle alleati della Lega.

È entrato al governo a settembre 2019 assumendo la guida dello Sviluppo economico. Stimato all’interno del Pd, non è inviso all’area renziana.

“Dossier aperti”

Al ministero dovrà affrontare diverse questioni rimaste aperte. Dagli interventi previsti dalla legge di Bilancio per l’agroalimentare, che necessitano di decreti attuativi da parte del Mipaaf per un totale di circa 300 milioni di euro sullo stanziamento totale di oltre un miliardo, alla Rivoluzione verde del Pnrr in vista del Recovery Plan che spinge su un’agricoltura sostenibile e prevede uno stanziamento di 1,8 miliardi di euro. Patuanelli si dovrà occupare anche del settore vitivinicolo con il protocollo unico nazionale di sostenibilità, e, in Parlamento, della legge sul biologico.

Difficili saranno anche alcune partite europee, prima fra tutte il negoziato sulla nuova Pac 2023-2029 (la politica agroalimentare dell’Unione), alle battute finali e decisive con il Trilogo (Parlamento, Consiglio e Commissione). E poi le vie diplomatiche per sedare i dazi degli Usa e le eventuali ritorsioni per l’entrata in vigore della digital tax.

Il ministero del Turismo avrà il suo ‘portafoglio’

Una delle novità del governo Draghi è la nascita di un ministero a parte per il turismo, che sarà guidato dal leghista Massimo Garavaglia. Cambio non banale. Fino ad ora la delega al turismo era nelle mani del ministero dei Beni culturali, ma prima ancora, quando al governo c’era la Lega, era stata trasferita per un breve periodo al ministero delle Politiche Agricole.

In questo caso, invece, è stato deciso di scorporarla attribuendogli un ministero ad hoc. Segno che Draghi ha a cuore il tema. Non solo, il ministero avrà un suo ‘portafoglio’. Che vuol dire? Il ministro con portafoglio gode di un’autonomia piena sulle decisioni di spesa. Di conseguenza può decidere liberamente a chi destinare le risorse assegnate al suo ministero. Gli altri, quelli senza portafoglio, hanno compiti più amministrativi e per ipotetiche spese devono chiedere il via libera al Consiglio dei ministri.

Questo è sicuramente un segnale che fa ben sperare: il settore, sotto gli effetti della pandemia, ha registrato perdite enormi (solo l’estate scorsa sono andati in fumo oltre 100 miliardi di euro), quindi serviranno da qui in avanti nuove iniziative legislative per supportare le attività coinvolte e messe in ginocchio dal covid.

Che succede ora?

Dopo lo scioglimento della riserva, il neo premier si è recato – come da prassi – dai presidenti di Camera e Senato. Domani alle 12, invece, lui e i suoi ministri giureranno di fronte al presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale, momento nel quale il governo entrerà pienamente in carica. Nel pomeriggio si terrà il primo Consiglio dei ministri a guida Draghi in cui verrà nominato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli.

La prossima settimana, forse martedì e mercoledì, verrà votata la fiducia in Parlamento.