Non solo Italia: breve geografia della siccità nel mondo

Dall'Italia all'Iran, dal Paraguay alla California, la siccità si estende in modo emergenziale in tutto il mondo. Le vicende in breve di alcuni dei paesi più colpiti.

Non solo Italia: breve geografia della siccità nel mondo

Siccità è la parola chiave del 2022. In Italia se ne è cominciato a discutere dai primi mesi dell’anno, quando l’assenza di abbondanti piogge e nevicate aveva fatto presagire che il primo semestre sarebbe stato affetto da gravi deficit idrici. In India e in Pakistan nei mesi di Aprile e Maggio il meteo ha fatto registrare temperature record che hanno causato vittime e cali drastici nella produzione di cereali, grano in particolare.

In Europa tuttavia la situazione si sarebbe complicata in modo irrimediabile da lì a poche settimane. Secondo i dati riportati da un recente studio pubblicato dalla Commissione Europea e basato sull’Osservatorio Europeo della siccità, la situazione europea è critica. A quanto emerge infatti, praticamente metà del territorio del continente Europa e del Regno Unito sono a rischio siccità. Questa situazione emergenziale ha risvolti problematici sia per gli utilizzi di acqua corrente a uso domestico, che per quelli che riguardano gli usi industriali, energetici e chiaramente agricoli.

Secondo lo studio a generare questa situazione è stato il deficit di precipitazioni invernali-primaverili (19% della media 1991-2020 in tutte le aree di allerta nell’UE+UK, e 22% nelle aree sotto allarme siccità), poi esacerbato dalle prime ondate di calore. Il deflusso dei fiumi in diversi Paesi è gravemente compromesso e anche i volumi d’acqua immagazzinati si sono esauriti. Il contenuto idrico del suolo si è ridotto in modo significativo. Ciò ha reso più difficile per le piante estrarre l’acqua, causando uno stress diffuso sulla vegetazione, in particolare nelle pianure italiane, nella Francia meridionale, centrale e occidentale, nella Germania centrale e nell’Ungheria orientale, in Portogallo e nella Spagna settentrionale.

Lo stress idrico e termico sta facendo diminuire i rendimenti agricoli rispetto alle prospettive già negative per i cereali e le altre colture. Francia, Romania, Spagna, Portogallo dovranno fare i conti con la riduzione delle rese dei raccolti, ma anche Germania, Polonia, Ungheria, Slovenia e Croazia ne risentono. A proposito dell’Italia, nel nostro paese dove i livelli di siccità hanno raggiunto picchi estremamente critici e si prevede una diminuzione nella resa dei raccolti (il Sole 24 ore stando ai dati proposti da Coldiretti segnala una diminuzione del Pil agricolo del 10% con danni al settore per 6 miliardi di euro). Secondo una previsione ISPI, ad ogni aumento di un grado della temperatura media globale corrisponde una riduzione delle rese agricole: grano -6%, riso -3% e mais -7%

Spagna e Portogallo

La situazione è difficile anche nella penisola iberica. In Spagna, i volumi di acqua immagazzinati nei bacini idrici sono attualmente inferiori del 31% rispetto alla media decennale. In Portogallo, l’energia idroelettrica immagazzinata nei bacini idrici è la metà della media degli ultimi sette anni. Il Guardian sottolinea anche che la Spagna è il maggior produttore mondiale di olive e una delle principali fonti di uva, arance, pomodori e altri prodotti agricoli. Ma le precipitazioni sono diminuite di 5-10 mm all’anno dal 1950 e si prevede un ulteriore calo del 10-20% delle piogge invernali entro la fine del secolo. Altre ricerche hanno previsto un calo del 30% della produzione di olive nel sud della Spagna entro il 2100 e un calo del 25% – 99% nelle regioni viticole della penisola iberica entro il 2050 a causa della grave carenza idrica.

Analizzare i dati della siccità nel mondo

Nella newsletter ambientalista (si chiama “Non scaldiamoci” e ci si iscrive da qui) di Wired dell’8 Luglio, Enrico Pitzianti scrive alcune cose essenziali per analizzare i dati della siccità nel mondo, ad esempio che “La siccità, insieme alla desertificazione, non è un fenomeno esclusivamente africano. Se molti di noi lo immaginano legato a un solo continente del mondo è perché è qui che la carenza d’acqua ha fatto i danni maggiori negli ultimi decenni, ma il fenomeno riguarda, oramai, quasi tutte le aree del pianeta, a partire dall’Italia” e che “Per riuscire a fare una mappatura della siccità nel mondo, quindi, bisogna considerare che il fenomeno è in aumento quasi ovunque (ad essere precisi avviene nel 70% dei paesi) fuorché ai poli (dove però il riscaldamento globale fa danni di altro tipo, come lo scioglimento dei ghiacci). Sono interessate dalla siccità l’Europa del sud, il Medio Oriente, l’Africa dell’est, l’Africa del Nord e l’Africa del sud, ma anche l’Asia centrale, l’America del Centro e quella del Nord, alcune aree dell’America meridionale e ampie zone dell’Asia”.

Ecco come ci si sente ad aver guardato all’Africa come altro da sé per secoli interi e ora essere sempre più vicini.

Cile

Negli stessi mesi dell’India e del Pakistan il Cile affrontava la peggiore siccità di sempre. Nel paese le istanze per la gestione dell’acqua e delle crisi idrica sono collegate con problematiche molto gravi di disuguaglianza sociale. Negli ultimi anni periodi siccitosi in Cile sono segnalati tra il 1770 e il 1782, poi nel 1924, nel 1968 (noto alla storia cilena come l’anno della “grande siccità”) e il 1998. Ma la situazione critica del 2022 ha costretto a proclamare uno stato emergenziale con razionamenti idrici nella capitale Santiago del Cile con la sua popolazione di sei milioni di abitanti. Come riporta Reuters, la città, conosciuta per il suo clima mediterraneo, mostra ormai temperature, flora e clima desertico.

Argentina

Nel paese l’assenza di precipitazioni è critica per la produzione di grano, anche in vista delle previsioni che non sembrano garantire l’arrivo di pioggia. Tutt’altro: la stessa situazione affligge anche parte di Paraguay e Uruguay.

Somalia

Nel Corno d’Africa la situazione è devastante. Se ne parlava già nei primi mesi dell’anno, durante i quali emergeva che la Somalia stava affrontando la siccità peggiore degli ultimi anni, con conseguenze devastanti sulla popolazione sia dal punto di vista sanitario (in particolar modo per i bambini e le fasce più vulnerabili) che alimentare. La mancanza d’acqua infatti ha afflitto in prima battuta gli agricoltori che non hanno trovato il modo di irrigare le proprie culture garantendosi il cibo per il proprio sostentamento. Per i prossimi 2 mesi, si prevede che circa 7 milioni di persone siano a rischio carestia.

California

siccità stati uniti

In molto regioni degli Stati Uniti la siccità ha raggiunto nuovamente livelli allarmanti. Dai grafici che monitorano l’andamento della siccità nel paese, si evidenzia che moltissimi stati nella regione degli Stati Uniti centrale, meridionale e occidentale stanno affrontando livelli molto severi di siccità, combinati con una diffusione emergenziale degli incendi. In California la situazione è allarmante, tanto che sono stati decisi nuovi razionamenti nella gestione delle acque destinate all’agricoltura del fiume Sacramento.

Iran

In questo paese Gennaio è stato registrato come il mese più siccitoso dal 1983. La mancanza d’acqua e i blackout elettrici hanno causato proteste nel paese. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura ha stimato che circa un terzo dei campi di grano in Iran sono irrigati, dunque l’assenza di pioggia unita alla scarsità di riserve idriche può essere cruciale per la coltivazione stessa del cibo. Nel frattempo si è diffusa una costante preoccupazione sull’evaporazione di laghi e fiumi.