Momento amarcord | Cosi mangiavamo a Pasqua

E così è arrivata anche Pasqua. Vi ricorda il lavorio delle cucine? La macchina sfogliatrice della nonna che sferraglia, il rimbombo cadenzato della pasta lavorata sulla spianatora, o semplicemente il rimestio delle pentole, montagne di uova che viaggiano per casa, pezzi di agnelli e capretti, il rumore della carta argentata delle uova di cioccolato. Su tutto, un profumino vago di buono, la voglia di mangiare che un po’ latita e un po’ stuzzica, ché le belle giornate sono alle porte e voglia di perdere troppo tempo ai fornelli non ce n’è.

Momento amarcord, solo per chiedervi se siete pronti, e per sapere cosa vi apprestate a divorare. Ho indagato tra parenti ed affini, ma un menù classico di Pasqua non è venuto fuori. Sarà l’improvvisa abbondanza di primizie, il retaggio proveniente da antichi periodi di magro, il tentativo (fallimentare) di aggirare il cannellone ripieno della prozia, chissà. Fatto sta che ne è venuto fuori un patchwork tricolore di passionali preparazioni ipercaloriche, spesso travisate, interpretate, sconvolte o arricchite. Una sorta di rincorsa all’abbondanza, la carne che incontra di nuovo il formaggio, le uova, le salse e il sale, il dolce e il salato che si mischiano, la colazione che diventa pranzo e il pranzo che finisce a cena.

E allora, da nord a sud, la Pasqua si declina in coralline, coppe, ciccioli e pecorino; si dipana tra asparagi in salsa, torte pasqualine, frittate e carciofi alla giudia; si bea di lasagne di ricotta, alla napoletana, chitarrine col ragù d’agnello, gnocchetti alle erbe e panzarotti; raggiunge l’apice con agnelli, capretti, abbacchi e cima ripiena; si arena all’arrivo di trecce dolci, cuzzupe, pastiere, spumoni, colombe ripiene, salami di cioccolata, pardulas e cassate. Senza contare chissà quante dimenticate.

E insomma, non si vuole e non si puote riassumere un tale trionfo barocco per gli occhi e per la gola. E in fondo, mi vien quasi da pensare che per fortuna che c’è Pasqua, perché non solo m’ha procurato la cassata (per dirne una), ma pure la pappa col pomodoro in Quaresima!

[Crediti | Immagine: Life/Google]