Padre single con la scimmia dei fornelli fa il crash test al robot da cucina Kenwood

Da quando vivo solo (quasi due anni) ho un rapporto diverso con la cucina. Cucinare mi è sempre piaciuto, o meglio, mi è sempre piaciuta l’idea di saperlo fare. Ma è solo un’idea, appunto, cucinare è un’altra cosa. Al momento della separazione, non senza una punta di perfidia, la mia ex-moglie mi fa un regalo: un corso di cucina. Lo seguo entusiasta ma non è quello a far scattare la molla. La molla è una bimba di 4 anni (stupenda, ovvio) che per 3 giorni la settimana condivide la mia vita.

Da papà coscienzioso non voglio nutrirla con surgelati e piatti pronti, così, mentre arredo la nuova casa risparminado su tutto, spendo e spando per gli attrezzi da cucina. Buoni coltelli, solide pentole e l’hi-tech che noi ragazzi cresciuti amiamo perché somigliante alla Playstation. Frullatore Braun Minipiner serie 7, tostapane Cuisinart, tagliere Joseph & Joseph. E si inizia a cucinare davvero.

Il momento è difficile, fai di tutto per resistere ma la scimmia dell’upgrade ti colpisce. Scopri il mondo dei robot da cucina, Kitchen Aid, Kenwood, Bosch, ovviamente enormi, ovviamente costosi. E lo chiamano design. Io che di grande non ho né lo spazio né il conto in banca, aiutato dalla provvidenziale raccolta punti del supermercato, compro il Kenwood FP260 Multipro Compact Food Processor. Nome molto maschio: se ci mettevano anche “dual core” lo compravo prima.

La scatola è enorme (maschio in sollucchero) e piena di accessori: dal frullatore in vetro come il macinatutto, le fruste con movimento rotatorio, e lame di tutti i tipi. La potenza non è esagerata: 750W, ma gestisce 2 litri quindi ad hoc per le mie esigenze. Amazon lo vende a poco più di 100 euro.

Il visual. L’acciaio è sempre piacevole, specie se il robot, come nel mio caso, fa bella mostra di sè nella cucina/salotto.

Le velocità sono tre: normale, massima, ad impulsi. Inizio mettendo alla prova il macinatutto con qualche pistacchio: risultato ottimo.

Tocca poi al frullatore. A velocità normale è silenzioso. Accellero e sembra Schumacher entrato con un V12 a 11.000 giri direttametne in cucina. Risultato buono, ma siccome a forza di cucinare son diventato un rompini, non eccellente.

Testate anche le fruste rotanti (no esistono solo nei cartoni giapponesi della mia infanzia) per montare la panna montata, sono deluso, preferisco il classico frullatore a fruste.

Nei prossimi giorni proverò le lame da impasto e gli altri accessori, ma più per l’estetica che per la performance, il primo contatto é stato positivo.

Con grande gioia di mia figlia, tra me e il macinatutto nulla sarà più come prima.