La resa del conto (o delle bugie dei camerieri)

Se sono seduta a questo bel tavolo, i casi sono tre: o ne ho letto la recensione e mi è piaciuta, o me lo hanno consigliato di persona, o qualcosa da fuori (il menù, l’insegna, la fame) mi ha convinto ad entrare. Fatto sta che ora, buona parte della mia soddisfazione dipende dal rapporto con il cameriere che si sta avvicinando al tavolo. E da quanto mi mentirà. In fondo, è un business. E tanto più sei bravo a vendere, tanto meglio vanno (o dovrebbero andare) gli affari. In America, dove questa verità è tanto più sentita per via delle mance, il NY Post ha dedicato un articolo alle bugie che i camerieri raccontano agli avventori. Noi abbiamo provato ad allungare l’elenco.

All’arrivo:
* Il tavolo sarà pronto tra 10 minuti ( = 30 minuti, come minimo).
Sul cibo:
* Quale mi consiglia? “Questo è uno tra i più richiesti” (= è tremendo, ma non posso dirlo); “questo è uno dei più buoni!” (= è il secondo più costoso tra quelli in elenco, mai il primo); “non saprei consigliarle, è tutto buono!” (= hai sbagliato posto, era meglio un trancio di pizza qua fuori).

Ma in generale, è un po’ come chiedere all’oste se il vino è buono….
* Il pesce? E’ sempre arrivato il giornata – anche se è lunedì sera e stai mangiando merluzzo congelato dell’Atlantico.
* La pasta fresca è fatta in casa, e la fa ancora la nonna del proprietario, Nonna Papera.
* Del pane, non fidatevi mai. Davvero.
* I dolci? “Fatti dal nostro chef!”, quello di casa Bindi.

Sul vino:
* Che tipo di vino è? “un rosso di corpo medio, con bouquet intenso e profumi di pepe nero, piacevole al palato con sentori di frutta rossa e spezie”. Tutto e niente, ci si spalma sopra un bel giretto di parole vuote ma doppiate cantava Bersani.
* Vorrei questo (il meno costoso della lista) “Mi spiace, è terminato”. Ovvio.

In fondo, scrive Steve Dublanica, ex cameriere e autore del best-seller “La resa del conto“, “un buon cameriere è anche un buon attore!”. Peccato che il ristorante non sia un teatro, almeno non basato sulla performance di un unico solista.

Di quali classiche bugie da cameriere mi sono dimenticata?