38mila tonnellate di cibo buttato nelle mense italiane: non serve una startup, ma una rivoluzione

Dati incrociati e supporto dell'intelligenza artificiale sono gli ingredienti del progetto di Behavix, startup che cerca di individuare i problemi più profondi delle nostre mense.

38mila tonnellate di cibo buttato nelle mense italiane: non serve una startup, ma una rivoluzione

Ci si prova tutti: ci provano gli chef, con Jamie Oliver che è ormai diventato il paladino del cibo buono nelle mense scolastiche, e ci provano i singoli privati, con i genitori che tentano in ogni modo di ottenere pasti più dignitosi per i propri figli. Ma il problema delle mense e della loro infima qualità permane. Come risolverlo, allora (o quantomeno provare a farlo)? Con il supporto dei privati, sembra; in questo caso una startup di Trento che ha messo a punto un sistema basato sull’intelligenza artificiale per analizzare il cibo che torna indietro, in buona parte intoccato, nelle cucine delle mense. L’obiettivo è cercare di capire le cause profonde del problema, nella speranza di individuare soluzioni radicali.

Una soluzione (privata) al problema delle mense

mensa scolastica

Il cibo delle mense (o meglio ancora, il sistema mensa) va ripensato: ce ne accorgiamo dalla situazione nelle scuole, negli uffici e – uscendo un po’ dai binari del nostro discorso stretto – persino nella Santa Sede, dove i cardinali riuniti per il conclave hanno palesato il loro scarsissimo apprezzamento per le portate servite.

La soluzione? Non univoca, certamente: occorrerebbe, ci diciamo, un lavoro sulla qualità degli ingredienti, sul bilanciamento dei nutrienti, sui contesti specifici. Non un processo semplice, certo – e uno per il quale ci si aspetterebbe di ricevere supporto e ascolto attivo da parte delle istituzioni.

Nelle mense scolastiche, tra insetti e piatti improponibili, qualcosa non va Nelle mense scolastiche, tra insetti e piatti improponibili, qualcosa non va

E invece una risposta arriva, come al solito, da un privato: una startup che sfrutta (neanche a dirlo) l’intelligenza artificiale per cercare di capire perché sui vassoi rimangono così tanti piatti in buona parte intoccati. Il dato è il seguente: 38.000 tonnellate di cibo sprecato ogni anno, che causano, oltre all’evidente spreco stesso, anche l’insoddisfazione degli utenti.

In assenza di una reazione più organizzata e “dall’alto”, prova a riempire il vuoto Behavix, startup insediata nel Polo tecnologico di Trentino Sviluppo, a Trento, che ha unito le competenze di Massimiliano Carraro, ingegnere ambientale, e Stefania Malfatti, economista comportamentale.

Sfruttando strumenti di intelligenza artificiale e questionari sottoposti agli utenti delle mense, Behavix ha messo a punto un sistema che incrocia più dati per cercare di risalire all’origine del problema.

Dalle prime due sperimentazioni condotte in due mense universitarie di Padova è emerso ad esempio che il gradimento dei piatti era crollato in seguito al cambiamento dell’azienda fornitrice di patate. Dati certamente utili, che offrono una visione più approfondita e una maggiore consapevolezza, in attesa di risposte più strutturate.