Il Prix Versailles è la dimostrazione di quanto l’estetica (non solo dei piatti) sia centrale oggi nella ristorazione. Giunto alla sua decima edizione, il riconoscimento che premia i ristoranti più belli al mondo annuncia l’elenco dei 16 candidati per il 2025. A portare alto il nome dell’Italia, una sola location: quella di Coro, ristorante orvietano di recente apertura (come tutti i locali selezionati dal premio) che ha trovato la sua casa negli spazi di una maestosa chiesa sconsacrata.
L’estetica di Coro
Lo scopo del Prix Versailles, nato nel 2015 e assegnato ogni anno insieme all’UNESCO, è quello di individuare i migliori progetti architettonici e di design al mondo. Non poteva mancare una sezione dedicata ai ristoranti, che quest’anno accoglie fra i candidati un solo rappresentante per l’Italia – insieme a due dalla Cina, due dagli Emirati Arabi, due dalla Francia e dagli Stati Uniti, e altre location in giro per il mondo.
Sono tutti locali di recente apertura quelli della lista; proprio come Coro, il ristorante umbro installatosi poco più di un anno fa nei suggestivi spazi di una chiesa sconsacrata del XVI secolo. La particolarità del tufo, la sacralità dell’ambiente e le volte alte quasi dieci metri hanno contribuito all’accettazione della candidatura per il Prix Versailles.
Il nome Coro, oltre a richiamare l’origine del luogo, è una dichiarazione di intenti condivisi; unisce infatti, con un po’ di fantasia, i nomi dei due co-titolari: FrancesCO Perali (direttore di sala) e ROnald Bukri (chef).
Reduci da un’esperienza di gestione già condivisa presso Osticcio di Montalcino, Perali e Bukri hanno deciso di riunire nuovamente le forze per dare vita a un fine dining di 30 coperti che offre tre percorsi degustazione, ma anche la possibilità di ordinare alla carta dal menu stagionale, negli spazi restaurati dall’architetto Giuliano Andrea dell’Uva.