Chef Filippo La Mantia: le riaperture dei ristoranti saranno un massacro

Previsioni pessimistiche per Chef Filippo La Mantia che vede nero il futuro dei ristoranti italiani. “Le riaperture saranno un massacro” afferma.

Chef Filippo La Mantia: le riaperture dei ristoranti saranno un massacro

Per lo Chef Filippo La Mantia le riaperture dei ristoranti saranno un massacro a causa delle regole dettate per la fase 2. Norme rigide, come i 4 metri quadri per ogni cliente che porterebbero a una riduzione dei coperti e nei casi peggiori alla chiusura.

“Sono col metro in mano – spiega in modo ironico all’agenzia di stampa Adnkronos -. Né io né nessuno si può permettere di giudicare le scelte tecniche di sicurezza, per carità, ma è molto difficile visualizzare un luogo dove intorno a una persona ci siano 4 metri quadri di distanziamento, è tanto. Io finora, avendo un locale molto grande, riesco a gestire la situazione. Non voglio fare l’avvocato di nessuno ma chi ha locali piccoli avrà molti problemi”.

Filippo La Mantia assicura la riapertura del suo “Oste e cuoco” a Milano, ma fa notare che così sarà impossibile per molti. “Devo capire quello che succederà, per me è fondamentale – racconta – ma non sarei pronto dal 18, non si fanno le cose di fretta, è impossibile. Se si aprirà a partire da quella data io potrei riaprire dal 22, in fondo 4 giorni non mi cambiano la vita. Devo fare le cose per bene”. Al momento, “facciamo l’asporto dal 4 maggio e io stesso vado a fare le consegne a casa”.

E’ tutto un danno – continua La Mantia – tra sanificazioni, liquidi, mascherine e guanti, è un salasso. Credo che una buona parte dei ristoratori chiuderà per sempre. È un massacro. Io sono qui da stamattina alle 8, mi sono svegliato alle 5.30 con questi pensieri, per capire come riorganizzare il ristorante. C’è l’adrenalina di tornare a lavoro ma dobbiamo capire cosa dobbiamo fare, non ci hanno ancora detto niente”.

Lo chef apre poi il capitolo sulle autocertificazioni per le famiglie che si presenteranno a tavola. “Ma se viene una coppia – osserva lo chef – e mi dà l’autocertificazione, cosa dimostra a me ristoratore? Oppure penso ai famigliari. Se arrivano 6 persone di una stessa famiglia, io devo chiedere i documenti a tutti per vedere se i cognomi corrispondono o il certificato di residenza per vedere se abitano nello stesso appartamento?”, asserisce La Mantia ipotizzando un futuro non più da cuoco ma da controllore.