Romanticismo è un termine camaleontico che cambia aspetto e significato a seconda di chi lo pronuncia. Per Alessandro Borghese, che nel 2022 aveva premiato il bistrot veronese Antica Amelia come il miglior ristorante romantico di Verona, la parola indicava l’esperienza culinaria offerta dalla chef Micol Zorzella, che oggi impacchetta per sempre il suo progetto e parte per nuove avventure. Antica Amelia ha cambiato casa e faccia diverse volte, rimanendo fedele alla volontà di far vivere un’esperienza intima ai suoi commensali. Ma oggi questo capitolo della cuoca e imprenditrice veneta si chiude definitivamente.
La fine di Antica Amelia e il nuovo inizio della chef
Antica Amelia ha una lunga storia da raccontare. Nasce come locanda aperta dall’omonima signora nella città di Giulietta più di un secolo fa; poi cambia casa, passa agli eredi, fino ad arrivare nelle mani di Micol Zorzella, che conserva il nome ma fa suo il posto, rendendolo il suo progetto principale per diversi anni. La cucina di Zorzella è veronese e internazionale al tempo stesso, e porta con sé i souvenir dei viaggi fatta dalla chef.
Ciò che caratterizzava Antica Amelia, specie nell’ultima location che l’ha accolta, era di certo l’arredamento e il format: un ambiente intimo con oggetti dal sapore di colonialismo britannico e, soprattutto, un solo tavolo (più qualche tavolino per chi non se la sentiva di lanciarsi nella condivisione sociale).
A partire da febbraio 2024, The Table è stato il protagonista del ristorante di chef Micol: un pezzo di arredamento che racconta essere sempre stato parte della sua vita, attorno al quale si riuniva prima la sua famiglia, poi i suoi clienti. Ma ora la chef veronese cambia strada, e annuncia la chiusura di Antica Amelia affidando la commozione a un video sui social.
“Il 10 luglio sarà il mio ultimo servizio”, racconta ai follower di Instagram, “ho deciso di far prevalere la testa sul cuore”. Dai colleghi del Corriere scopriamo che i prossimi piani sono già ben delineati per la chef, che ha accettato una proposta che la porterà all’estero per un anno. “Sento il bisogno di disintossicarmi dal settore. Non è una scelta subita: è voluta”, specifica, anche se la decisione non è stata una passeggiata.