Altro che neverending story: la vera storia infinita è quella della sugar tax, continuamente messa in discussione e prorogata dal governo. L’ennesimo rinvio è forse (di nuovo) all’orizzonte, con uno slittamento dell’introduzione della tassa dal 1° luglio 2025 al 1° gennaio 2026. Lo spera Assobibe – che si diverte a dire la sua con campagne “d’effetto” –, lo sperano i sindacati, e lo spera adesso anche il personale di Sibeg Catania, lo stabilimento Coca-Cola dove la multinazionale avrebbe annunciato il possibile taglio di 200 posti di lavoro proprio per colpa della nuova imposta.
Sugar tax e licenziamenti
Tira una brutta aria sulla costa orientale della Sicilia: l’azienda della bevanda gasata per eccellenza ha già avvertito i sindacati sulla possibilità di licenziare 200 dipendenti dell’impianto Sibeg, che si occupa di imbottigliare le bibite rosso-nere.
Il motivo? A detta loro, la sugar tax, la cui entrata in vigore è prevista per il prossimo 1° luglio. La nota è stata inviata ai sindacati Flai, Cgil e Uila che, come potrete immaginare, non l’hanno presa bene.
Le unioni dei lavoratori definiscono l’introduzione della tassa come “una scelta politica governativa miope e incoerente, che da un lato si proclama attenta alla salute pubblica, ma dall’altro compromette centinaia di posti di lavoro in un settore già fragile, aggravando le difficoltà delle aziende locali”.
L’effettiva utilità della sugar tax sul benessere della cittadinanza è stata più volte dimostrata, come nel caso del Regno Unito, dove è servita a dimezzare il consumo di zucchero nei bambini. Eppure continua ad apparire impensabile un confronto che coinvolga il governo e gli attori del settore per trovare il giusto compromesso.
Nell’incertezza, in questi giorni si discute di un nuovo rinvio, l’ennesimo, che sposterebbe l’introduzione della sugar tax da questo luglio a inizio anno 2026.