Corona lancia Sunbrew, birra analcolica che non piace a tutti

Corona lancia la Sunbrew con vitamina D cavalcando l'onda del beverage analcolico. Ma la nuova birra da spiaggia non convince alcuni esperti.

Corona lancia Sunbrew, birra analcolica che non piace a tutti

A meno che non siate in vacanza ai Tropici, per la birretta sotto l’ombrellone dovremo aspettare ancora un po’. Ma noi ne parliamo lo stesso, tanto più se c’è una nuova arrivata a casa Ab InBev. Corona infatti ha appena lanciato la Sunbrew 0.0%, birra analcolica arricchita da vitamina D, che punta ad essere la nuova frontiera della “birra da spiaggia” suscitando (non poche) perplessità nel settore. Il nuovo prodotto, che strizza l’occhio al salutista, debutta in Canada questo gennaio per poi approdare in Regno Unito, seguito da altri paesi europei per chiudere il cerchio con Sud America e Asia.

Dentro alla bottiglietta da 330 ml (appena 60 calorie) oltre a qualche aroma naturale si trova il 30% della razione giornaliera consigliata di vitamina D, la vitamina del sole. Sciogliere la vitamina nella birra non è stato affatto banale per Brad Weaver del reparto Ricerca e Innovazione di AB InBev, la multinazionale belga del beverage. «La vitamina D è sensibile alla luce e all’ossigeno e presenta non pochi problemi di solubilità in acqua» spiega Weaver.

Corona-Sunbrew-analcolica-con-vitamina-D

La nuova birra analcolica segna un ritorno alle origini per Felipe Ambra, vice presidente di Corona, che in merito al lancio del prodotto dichiara: «il nostro brand nasce come birra da spiaggia, contorno ideale per momenti di convivialità all’aria aperta. Vogliamo restituire la sensazione del sole che ti scalda la pelle e invitare le persone a riconnettersi con la natura».

C’era da aspettarselo, ma queste parole non hanno convinto alcuni esponenti di spicco del settore brassicolo. L’autorevole “beer judge” William Simmons  parla di «un prodotto che si focalizza sull’ appeal commerciale più che sulle caratteristiche organolettiche della birra». Anche il pluripremiato Adrian Tierney-Jones autore di “1001 beers you must try before you die” non le manda a dire. «Hanno perso di vista che cosa sia la birra» tuona l’esperto senza mezzi termini, puntando il dito contro il consumatore. «Il problema è che le persone non si assumono la responsabilità della loro salute perché non sono pronte a fare rinunce. In poche parole, Adrian Tierney-Jones vuole dirci: ”se non puoi bere alcool, semplicemente non berlo”.Non ultimo Pete Brown, altro noto autore di libri sulla birra, pensa che la nuova trovata di Corona «più che a una birra somigli ad una lista della spesa. È un prodotto pensato a tavolino per i millennials» commenta la firma dell’acclamato ”

"Beer by design" il libro di Pete Brown

D’altro canto va sottolineato che le opportunità commerciali del settore alcohol-free sono molteplici. Non sorprende che Ab InBev punti a mettere assieme un portfolio di prodotti costituito per il 20% da analcolici entro il 2025: è la prospettiva di un abbondante raddoppio considerando che fino al 2019 la percentuale era del 8%. Secondo le previsioni dell’ IWSR Drinks Market Analysis Limited, società inglese leader nella fornitura di dati sul mercato del beverage, il consumo di bevande analcoliche crescerà del 31% entro il 2024.

Fonte: www.thedrinksbusiness.com
Hai notato errori?