Coronavirus: l’industria della carne diventa nuovo focolaio

L’industria della carne diventa nuovo focolaio di Coronavirus. Allevamenti e macelli mettono in pericolo la salute dei lavoratori.

Coronavirus: l’industria della carne diventa nuovo focolaio

Un mese fa avevamo parlato del più grande stabilimento di carne di maiale negli Stati Uniti chiuso a causa del Coronavirus. Ora pare che anche in Europa l’industria della carne stia diventando un nuovo focolaio.

In Germania, fino ad adesso poco colpita dal virus rispetto ad altri Paesi europei, il contagio ha ripreso quota a partire dai mattatoi. Secondo quanto denunciato dal giornale tedesco Spiegel, circa 600 lavoratori in alcuni macelli tedeschi sarebbero risultati positivi al COVID-19. Di questi, 300 soltanto nello stabilimento Mueller Fleisch di Pforzheim, nel Baden Wuerttemberg. Altri impianti di lavorazione della carne non sono da meno: in quello della Westfleisch a Coesfeld, nel Nord-Reno Vestfalia, risulterebbero positivi oltre 200 lavoratori e altri 100 in un macello della società Vion. Anche in Italia la situazione preoccupa. In Puglia un macello ha chiuso per 2 settimane dopo che 71 impiegati sono risultati positivi.

In questi mesi, gli operai impiegati nell’industria della carne hanno dovuto continuare a lavorare trattandosi di produzione alimentare. Ma probabilmente non sono state prese misure adeguate per limitare la trasmissione, come ad esempio il distanziamento sociale: misura difficile da garantire sia nelle strutture che negli appartamenti dei lavoratori, che spesso sono migranti, hanno un contratto stagionale e condividono un’abitazione con altre persone.

In questi giorni, la Commissione Europea sta elaborando, inoltre, delle strategie per rendere i sistemi alimentari più sostenibili. Si tratta di un piano che sarà parte integrante del Green Deal europeo.

[Fonte: Tiscali Ambiente]