Dietro il blocco dei dazi di Trump c’è un’azienda di vino USA

La contestazione al tycoon non poteva che partire dal settore vitivinicolo, fra quelli che maggiormente sentono il peso delle tasse internazionali.

Dietro il blocco dei dazi di Trump c’è un’azienda di vino USA

Mentre nello Stivale si reagisce ai dazi di Trump a suon di pizze, oltreoceano una manciata di piccole aziende hanno deciso di non stare al gioco e portare la questione in tribunale. Ci ha pensato la ONG statunitense Liberty Justice Center che, a nome di cinque piccole imprese del Paese, ha dato via al caso; fra i nomi coinvolti, nonché principale volto dell’iniziativa legale, c’è anche VOS Selections, azienda a conduzione familiare specializzata nell’importazione di vino e altre bevande alcoliche. Ma la grande novità non è tanto la presentazione dell’istanza – avvenuta negli scorsi mesi – quanto la risposta della corte federale.

Cosa c’entra il vino?

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A contrastare la spavalderia con cui il tycoon ha annunciato il “liberation day”  – il “giorno della liberazione” in cui i celeberrimi dazi sono entrati in vigore – ci ha pensato un gruppo di piccole imprese statunitensi.

Riunite sotto l’ala protettrice dell’organizzazione legale non profit Liberty Justice Center e rappresentate soprattutto da VOS Selections – azienda importatrice di vini con sede a New York –, cinque attività di vari settori (la già citata VOS, FishUSA, Genova Pipe, MicroKits LLC e Terry Precision Cycling) lo scorso 14 aprile hanno fatto causa al presidente.

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A essere contestata è la sua autorità di imporre la decisione dei dazi in maniera unilaterale, applicando tasse che “devastano le piccole imprese del Paese”.

Che l’istanza sia giunta anche da un’azienda in ambito vitivinicolo non dovrebbe stupire, date le forti pressioni su questo settore. D’altronde, i produttori di vino californiani sono stati fra i primi a farsi sentire sulla vicenda.

Ma la notizia più fresca e degna di nota oggi è la risposta, tempestiva e concreta, della corte federale sul commercio internazionale con sede a Manhattan, che ha le mani sul caso: le tariffe di Trump (alcune, almeno) sono illegali.

Secondo la rivoluzionaria sentenza, la Costituzione statunitense conferisce solo al Congresso il potere di regolare il commercio con altre nazioni.

I dazi, dunque, al momento vengono bloccati, tranne nel settore automobilistico e dell’acciaio e alluminio. La Casa Bianca ha già annunciato ricorso, ma al momento VOS Selections & co. possono festeggiare con una buona bottiglia – importata, naturalmente.