Distretti del cibo al via in Piemonte: ecco cosa sono

Può partire l'iter di riconoscimento per i Distretti del cibo in Piemonte: al via l'individuazione territoriale e il riconoscimento dei promotori. Ecco cosa sono e come usufruirne.

Distretti del cibo al via in Piemonte: ecco cosa sono

L’iter di riconoscimento per i distretti del cibo ora può partire in Piemonte: è stato approvato ieri dalla Giunta regionale il regolamento dei distretti, ecco nel dettaglio cosa sono.

Dopo aver acquisito il parere positivo delle parti sociali, del CAL Consiglio delle Autonomie Locali e della III Commissione del Consiglio regionale, è stato stabilito come procedere per l’individuazione territoriale, per il riconoscimento e il funzionamento dei nuovi distretti del cibo. Ma di cosa si tratta?

L’obiettivo dei distretti del cibo è favorire la valorizzazione delle produzioni agricole ed agroalimentari ed allo stesso tempo il paesaggio rurale piemontese. In questo modo verrebbero favoriti più soggetti di un determinato territorio: dalla filiera produttiva all’offerta turistica e culturale locale. Inoltre i distretti del cibo devono garantire la sicurezza alimentare diminuendo l’impatto ambientale delle produzioni, riducendo lo spreco alimentare e salvaguardando il territorio attraverso le attività agricole e agroalimentari.

Con la costituzione dei distretti del cibo, molto attesa dai nostri Comuni piemontesi, abbiamo l’opportunità di promuovere lo sviluppo di un territorio e l’inclusione sociale” – sottolinea l’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, Marco Protopapa, promotore del progetto – “così valorizziamo la filiera agroalimentare e l’intero territorio rurale. Creiamo in concreto una rete tra mondo produttivo agroalimentare, offerta turistica, culturale e paesaggistica. I distretti del cibo sono un sicuro volano economico molto importante per l’auspicata ripresa post Covid 19 e pertanto era determinante arrivare all’approvazione del Regolamento da parte della Regione entro la fine di quest’anno”, conclude l’assessore Protopapa.

Per poter rientrare a far parte di un distretto del cibo, si dovrà essere un sistema produttivo locale, caratterizzata da una specifica identità storica e territoriale omogenea che integri attività agricole e altre attività imprenditoriali, in coerenza con le tradizioni dei luoghi di coltivazione.

Partecipano ai distretti del cibo enti pubblici, istituzioni ed imprese, la cui cooperazione può favorire ad esempio la promozione all’estero dei prodotti del territorio e l’offerta turistica. Per di più la collaborazione tra piccole e medie imprese agricole e agroalimentari è in grado di accrescere la competitività delle imprese stesse attraverso la riduzione dei costi e l’innovazione.

I distretti del cibo vengono costituiti mediante un accordo tra soggetti pubblici e soggetti privati, che operano in modo integrato nel sistema produttivo locale. Per quanto riguarda i distretti agroalimentari di qualità già riconosciuti dalla Regione, verranno riconosciuti quali Distretti del cibo qualora si adeguino entro 6 mesi dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale ai requisiti previsti del nuovo Regolamento.

La durata dei distretti è di tre anni e in questo arco temporale vengono indicati il ruolo dei soggetti che hanno aderito all’accordo e le azioni che si andranno a realizzare a livello locale.

[ Fonte: Regione Piemonte ]