E se l’acqua degli chef smettesse di essere di Nestlé e tornasse in Italia?

L'intera divisione waters del colosso svizzero cerca investitori, ma nessuno è ancora convinto.

E se l’acqua degli chef smettesse di essere di Nestlé e tornasse in Italia?

Fra un grande evento e l’altro da sponsorizzare, Nestlè Waters si guarda al portafoglio e valuta seriamente la cessione dell’intera divisione delle acque. Da diversi mesi, il colosso svizzero sotto i riflettori per le pratiche illegali di filtraggio dell’acqua ha affidato alla banca d’investimento Rothschild & co il compito di cercare investitori per le sue bottiglie di H20, che includono anche brand italiani come Sanpellegrino. Al tavolo degli interessati siedono anche società dello Stivale, ma nessuna ha ancora fatto un serio passo avanti.

Alla ricerca di investitori

Nestlé Waters

L’acqua degli chef, quella che fa da sponsor a grandi eventi gastronomici come 50 Best Restaurants (nonostante gli scandali che l’hanno travolta a più riprese), cerca investitori.

Parliamo di Sanpellegrino, ma anche di Acqua Panna e Levissima (che ricadono nella sfera di controllo della precedente); fuori dall’Italia, si aggiungono anche la frizzante francese Perrier, e Vittel, sempre d’oltralpe.

Nestlè lava la sua acqua minerale con due milioni di euro (e le associazioni protestano) Nestlè lava la sua acqua minerale con due milioni di euro (e le associazioni protestano)

Tutte imbottigliate sotto la gigantesca divisione Nestlè Waters, che nel 2024 ha realizzato ricavi pari a circa 3,4 miliardi di euro, ovvero il 3,5% dell’intero fatturato del gruppo svizzero. La società con sede a Vevey vorrebbe ora “sbarazzarsi” dell’intero comparto acqua, mantenendo solo una partecipazione di minoranza.

Ma i piani dovranno forse cambiare, dato che dei diversi investitori potenzialmente interessati (tra cui Pai, Platinum Equity, Blacstone e CD&R), alcuni anche italiani, nessuno ha ancora fatto una proposta formale. C’entrerà qualcosa lo scandalo Nestlé che ha visto partecipe persino lo stesso governo dell’Esagono? Ad ogni modo, stando così le cose, l’azienda d’oltralpe potrebbe modificare l’intento iniziale e considerare di portare in tavola i marchi d’acqua separatamente, con una valorizzazione “a pezzi”.

Fonte: Corriere della Sera
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