Grano: le quotazioni sfiorano i 200 euro per tonnellata

Le quotazioni del grano toccano quota 200 euro per tonnellata a Parigi. Livelli record anche a Chicago.

Grano: le quotazioni sfiorano i 200 euro per tonnellata

Le quotazioni del grano sfiorano i 200 euro per tonnellata a Parigi. Siamo di fronte a un rialzo di quasi il 30 % da settembre 2019 e ai massimi livelli da un anno. Questi rincari non si vedevano dal 2010, quando l’aumento dei prezzi mandò in tilt il mercato alimentare. Ma oggi, come 10 anni fa, alcuni prodotti in commercio costano sempre più cari. A Chicago, un bushel (misura di capacità per aridi negli Usa) ha raggiunto un picco di 592,50 cent.

Il mercato dei rialzi, però, non sembra risentire dell’allarme per il coronavirus cinese. Sono altri i fattori in gioco: dagli scioperi francesi alla paura che la Russia limiti le esportazioni, fino ai roghi in Australia (grande produttore di cereali) e al fatto che negli Usa, al grano sono riservati da sempre gli appezzamenti più piccoli da oltre un secolo.

La questione più urgente riguarda l’export di grano, oggi osteggiato dagli scioperi che hanno bloccato ferrovie e porti in Francia. L’associazione di settore, Intercereales, ha sottolineato il blocco di 450mila tonnellate di grano nei terminal marittimi transalpini. Quanto alla Russia, il mercato attende le misure annunciate. Il ministro dell’Agricoltura ha riferito la necessità di limitare le esportazioni a 20 milioni di tonnellate tra gennaio e giugno: una cifra alta per gli analisti. La mente non può fare a meno di pensare al 2010. All’epoca, in molti Paesi del mondo la crisi alimentare indusse molte persone a organizzare rivolte per il pane. Gli squilibri in alcune aree generarono profonde conseguenze politiche, si pensi alla Primavera araba.

In Pakistan, per esempio, la carenza di farina di frumento sta creando code davanti ai panifici. E’ difficile reperire anche lo zucchero. Timore ora anche sui prezzi del riso, alimenti alla base della nutrizione in Asia e in Africa. La siccità ha danneggiato il raccolto in Thailandia, il secondo fornitore dopo l’India. L’export, così, nel 2020 rischia di crollare ai minimi da 7 anni e il prezzo delle qualità locali di riso è già aumentato da oltre 2 anni.

Ma in Italia i prezzi restano stabili e non risentono delle variazioni internazionali. Nel complesso si registra una stabilità che secondo gli operatori intervistati dalla Newsletter Cereali – diffusa ieri da Borsa merci telematica italiana – sembra destinata a durare ancora “almeno fino a quando non sarà maggiormente delineato il quadro sulle semine – scrive Bmti – in particolare, alcuni operatori riferiscono di un forte calo della produzione nelle aree settentrionali”.

Fonte: Il Sole 24 Ore; Agronotizie