I coniglietti Lindt prendono armi e bagagli e partono per un trasloco transoceanico. È solo un’indiscrezione al momento, ma si vocifera di possibili mosse da parte della multinazionale svizzera per aggirare i dazi di Trump. Stando a quanto riportato da Bloomberg, lo spostamento della produzione dei coniglietti (e non solo) sarebbe duplice e contrario: da una parte, un trasferimento dall’Europa agli Stati Uniti; dall’altra, un trasloco dagli Stati Uniti all’Europa. Ma perché questo doppio giochetto?
Trasloco duplice e inverso in casa Lindt

Quello a stelle e strisce è il mercato di esportazione più succulento al mondo per le aziende produttrici di cioccolato. Non sorprende quindi scoprire che Lindt & Sprüngli, il dolce colosso svizzero, stia valutando le sue prossime mosse per fare i conti con i dazi della Casa Bianca. Solo voci di corridoio al momento, ma fonti interne all’azienda lasciano trapelare le possibili prossime mosse in termini di spostamenti degli stabilimenti produttivi.
I protagonisti sono soprattutto i celebri coniglietti dorati, insieme ad altre figurine di cioccolato celebrative come i Babbo Natale e altri ancora. L’azienda elvetica starebbe valutando di risolvere il problema delle tasse americane alla radice. I coniglietti sono al momento realizzati in Germania, ma se la loro produzione si spostasse negli Stati Uniti la questione dei dazi si risolverebbe del tutto – almeno per il mercato statunitense.
Sì, perché a Nord del Paese a stelle e strisce il problema è invece opposto. La produzione dei bunnies per il mercato canadese è infatti al momento gestita proprio negli USA, a Boston, e pone la multinazionale davanti alla faccenda dei dazi di ritorsione imposti dal Canada agli Stati Uniti.
Ma per un problema opposto, una soluzione opposta: in questo caso, “basterebbe” spostare, al contrario, gli stabilimenti dagli USA all’Europa, che con il Canada non ha alcuna guerra commerciale in corso. Di tutto questo Risiko non arriva alcuna conferma da parte dell’azienda, ma se le voci venissero confermate si parlerebbe di manovre dal valore di 10 milioni di dollari. Più che coniglietti dorati, dei coniglietti d’oro.