Il primo claim salutistico approvato dall’UE per un frutto fresco è stato possibile solo grazie a una multinazionale

Sono stati necessari lunghi e costosi studi finanziati dalla gigante Zespri per raggiungere questo risultato da primato nella filiera ortofrutticola.

Il primo claim salutistico approvato dall’UE per un frutto fresco è stato possibile solo grazie a una multinazionale

C’è chi i claim sulle etichette è costretto a rimuoverli perché fuorvianti (come il recente caso di San Benedetto con le sue bottiglie “CO2 a impatto zero”), e chi per la prima volta riesce a ottenere l’autorizzazione europea a utilizzarli. Si parla di frutta fresca, categoria di prodotti per cui mai prima d’ora era stato concesso di impiegare claim salutistici dall’UE. L’obiettivo è stato raggiunto dai kiwi verdi – per la precisione dalla varietà Actinidia deliciosa Hayward –, ma non senza una notevole spinta commerciale. Dietro il traguardo c’è infatti Zespri, leader mondiale nella produzione e vendita del frutto che, come avrete immaginato, potrà essere decantato per le sue proprietà intestinali.

Niente claim senza i giusti finanziamenti

kiwi-zespri

Per la prima volta nella storia, un frutto fresco riceve l’autorizzazione a utilizzare un claim salutistico nei suoi materiali di packaging e marketing. La filiera ortofrutticola è storicamente rimasta fuori da questa concessione, riservata solitamente a prodotti lavorati.

Il primato è del kiwi verde (l’Actinidia deliciosa Hayward, per essere esatti), che grazie al sostegno economico del gigantesco produttore neozelandese Zespri potrà ora vantarsi sfacciatamente di “contribuire alle normali funzioni intestinali grazie a un aumento della frequenza di evacuazione”.

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Lo sapevamo tutti, certo, ma per provarlo e ricevere il via libera dall’UE, la multinazionale dell’Oceania ha dovuto sovvenzionare lunghi e costosi studi che dimostrano che i benefici sono reali e tangibili. I vantaggi per l’intestino sono reali solo se vengono ingeriti almeno 200 grammi di polpa (equivalenti a circa due frutti) al giorno.

Zespri ha potuto garantirlo dopo circa 15 anni di ricerca e un dossier, presentato nel 2018, contenente 18 studi di intervento sull’uomo. Tutto questo sarebbe stato possibile se, al posto della multinazionale neozelandese, dietro al kiwi verde ci fossero stati piccoli produttori locali? Se a finanziare studi di simile portata devono essere le aziende produttrici, questo notevole divario rischia facilmente di impedire ad altri prodotti ortofrutticoli di ottenere, in futuro, simili risultati.