È in vigore il decreto sul cibo per le persone indigenti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’11 agosto ed effettivo a partire dallo scorso martedì 12. Il programma di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti per l’anno 2025, messo a punto dal Ministero dell’agricoltura insieme al Dicastero del lavoro, prevede lo stanziamento di 54,9 milioni di euro che andranno ad alimentare il fondo nazionale appositamente costituito. Tante realtà collaboreranno alla ripartizione dei beni fra le persone bisognose. Requisito inderogabile: la provenienza italiana dei prodotti.
Come funziona il decreto sul cibo per le persone indigenti
Il decreto del 20 giugno 2025 sul cibo per le persone indigenti è in vigore, e prevede aiuti economici pari a quasi 55 milioni di euro da parte dello Stato, oltre a una serie di linee guida da seguire per la scelta del cibo. Questo – gestito e distribuito da realtà che ben conosciamo, come Caritas, Croce Rossa, e Banco Alimentare – dovrà rigorosamente essere Made in Italy.
Fra i prodotti inclusi nel paniere troviamo biscotti per l’infanzia, formaggi DOP, riso per risotti, salumi DOP e IGP, spezzatino di vitello, succhi di frutta, macedonia, e verdure e legumi conservati. Prodotti la cui qualità dovrebbe essere garantita anche dalle denominazioni. La materia prima alla base delle derrate dovrà essere di sola origine tricolore, per sostenere – leggiamo tra le righe – anche la filiera italiana e verosimilmente la filiera corta.
Al fondo istituzionale potranno affiancarsi donazioni ed elargizioni volontarie da parte di privati, per incrementare le risorse del fondo, gestito dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea). Il programma è studiato per essere messo in atto su base annuale, da finalizzare ogni 365 giorni entro il 30 giugno.
Il ministro dell’agricoltura Lollobrigida ha commentato così l’iniziativa: “Il terzo settore svolge un ruolo importantissimo: stare vicino alle fasce più deboli della popolazione e lavorare perché nessuno rimanga indietro. Da quest’anno abbiamo reso strutturale il contributo del Masaf per fare in modo che gli enti possano programmare il loro lavoro e migliorare i loro già straordinari risultati”.