Israele affama anche i prigionieri palestinesi, e a dirlo è la sua stessa Corte suprema

Una sentenza che va contro lo stesso governo ebraico in difesa dei carcerati palestinesi e del loro fondamentale diritto al cibo.

Israele affama anche i prigionieri palestinesi, e a dirlo è la sua stessa Corte suprema

La guerra alla Palestina e ai palestinesi condotta da Israele, che ha fatto della fame una delle sue armi più potenti nel conflitto, prosegue a suon di malnutrizione. E se non vengono risparmiati i civili, i cui diritti fondamentali (come quello all’alimentazione, appunto) sono costantemente negati, figuriamoci i prigionieri e gli ostaggi palestinesi che, a detta della stessa Corte suprema israeliana, non hanno accesso a una quantità e qualità di cibo sufficiente. Il governo sionista si trova quindi obbligato ad agire diversamente.

Le condizioni nelle carceri israeliane

prigionieri israele

Come possono le massicce campagne di comunicazione messe in atto dal governo israeliano – tra le quali spiccano i video virali di prelibatezze servite a Gaza – bastare a ripulire l’immagine del Paese se  la sua stessa Corte suprema la accusa di non nutrire sufficientemente i prigionieri palestinesi?

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Questa la sentenza che l’organismo israeliano, composto da tre giudici, ha emesso ieri contro il governo, ora obbligato a fornire ai carcerati palestinesi “un livello minimo di sussistenza”, in termini di quantità e qualità. La sentenza (due voti a favore e uno contrario) arriva anche in risposta a una petizione presentata l’anno scorso da vari gruppi, tra cui l’Associazione per i Diritti Civili in Israele (Acri).

Ben Gvir, ministro della sicurezza nazionale, sorprendentemente non è d’accordo con quanto sottolineato dalle associazioni e confermato dalla corte che, a detta sua, protegge “terroristi e abominevoli stupratori”, mentre gli ostaggi israeliani a Gaza non hanno alcuna Corte a proteggerli, come ha dichiarato su X.

I prigionieri denutriti, molti dei quali incarcerati con l’accusa di terrorismo, non devono solo affrontare il problema della fame: in cella si accusano anche maltrattamenti e torture per mano dei carcerieri israeliani, nonché spazi troppo piccoli e condizioni generali che ledono alla dignità dell’essere umano.