I problemi non esistono se non li puoi vedere. O almeno questo è ciò che deve aver pensato l’amministrazione Trump quando ha deciso di abolire l’annuale report sull’insicurezza alimentare negli Stati Uniti. La decisione arriva, non a caso, a breve distanza dall’annuncio di notevoli tagli sui buoni spesa erogati alle famiglie in difficoltà. Il motivo ufficiale dietro l’abolizione del documento è la sua natura “ridondante, costosa e politicizzata”; quello più reale, ci sembra, il desiderio di oscurare la realtà del 13,5% degli americani che hanno vissuto in situazioni di insicurezza alimentare almeno una volta (dati 2023).
Tagli all’assistenza e dati invisibili

Il dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti d’America (USDA) ha annunciato, a breve distanza l’una dell’altra, la drastica riduzione dell’assistenza econonomica per gli individui in difficoltà alimentare, e l’eliminazione del rapporto annulare sull’insicurezza in materia di cibo.
Due mosse strettamente legate l’una all’altra, anche se le ragioni ufficialmente dichiarate lo scorso sabato dall’USDA alludono a tutt’altro: “Per 30 anni questo studio non ha fatto altro che presentare soggettiva spazzatura liberale“, sono le esatte parole usate dall’organo governativo. Il periodico rendiconto verrà pubblicato un’ultima volta il prossimo ottobre in relazione ai dati 2024, prima di essere archiviato definitivamente.
Per giustificare, invece, gli ingenti tagli al programma di sostegno alimentare (SNAP), l’amministrazione del tycoon sottolinea che “le tendenze nella diffusione dell’insicurezza alimentare sono rimaste praticamente invariate, nonostante un aumento di oltre l’87% del programma SNAP tra il 2019 e il 2023”.
In altre parole, a detta dell’USDA il piano era pressocché inutile. Eppure resta il fatto che, secondo le stime, a causa dei tagli circa 2,4 milioni di americani in meno riceveranno i buoni in una media mensile, mentre i prezzi tra le corsie del supermercato non accennano a calare.