L’esponenziale crescita dell’interesse per il tennis è tale da avere un influsso non da poco anche dove non ci si aspetterebbe, e cioè in cucina. Ormai la storia è nota: sono mille gli chef appassionati della racchetta, con Davide Oldani in prima fila, sempre pronto a dedicare un nuovo piatto a Sinner Winner (nome di una delle sue composizioni in onore del numero uno al mondo). Ad accrescere la già nutrita schiera di cuochi entusiasti della pallina si è aggiunto di recente Bruno Barbieri, diventato ufficialmente un membro del fan club Carota Boys. Non potevano quindi mancare anche le sue di creazioni in onore di Jannik Sinner; l’ultima, dedicata alla vittoria del nostro a Wimbledon, è arrivata puntuale, come promesso.
Il piatto di Carota Bruno per Sinner
C’è un ingrediente ricorrente nelle opere gastronomiche ispirate al tennista altoatesino, e siamo certi che non serva specificare quale. L’ultimo piatto creato da Bruno Barbieri – e condiviso ovunque sui suoi canali, da Instagram al blog – non fa eccezione: sul piatto ci finisce un soufflé di carote, brunoise di frutta e verdura acerba marinata all’olio di vinaccioli e aceto di lamponi, caviale Beluga e uova di salmone, tzatziky e shot di estratti vegetali.
Una promessa fatta e mantenuta, e ormai un rapporto di causa-effetto automatico: se Sinner vince, gli chef cucinano. D’altronde Carota Bruno (così si è auto-definito una volta entrato nei Carota Boys) non fa mistero della sua passione per il campione di San Candido. Gli ultimi post e video sulla sua pagina Instagram sono un’esplosione di arancione, tra reel girati in compagnia del fan club ufficiale e i già citati piatti per il vincitore di Wimbledon e di tuttecose.
L’occasione è ghiotta per parlare di cucina e infilare nel discorso un nesso tra i fornelli e la racchetta: “Nel tennis […] devi avere, come nel mio lavoro (cioè fare lo chef), una mentalità vincente“, dice il cuoco di Medicina. Fra gli obiettivi da rincorrere citati dal giudice di Masterchef non manca il traguardo delle stelle Michelin; come il regista insegue l’Oscar e, ça va sans dire, come il tennista insegue lo slam.