Livorno, la protesta dei ristoratori con le magliette bianche fuori dai locali

I ristoratori a Livorno, nel quartiere di Venezia Nuovo, hanno deciso di dar vita a una nuova protesta, appendendo fuori dai loro locali magliette bianche in segno di "resa".

Livorno, la protesta dei ristoratori con le magliette bianche fuori dai locali

A Livorno sventola bandiera bianca, o meglio, magliette bianche: come simbolo di resa, di rabbia e disillusione, i ristoratori hanno deciso di dar vita così a una nuova protesta, appendendo gli indumenti fuori dai loro locali.

Sono apparse decine di magliette bianche ieri fuori dai locali di Venezia nuova, uno tra i quartieri di Livorno. Il motivo è facile anche da intuire: le magliette bianche rappresentano gli indumenti dei ristoratori, che disperati dai continui “apri e chiudi” delle loro attività, per via dei vari Dpcm, si sono “arresi” e sono stati costretti letteralmente ad appendere le “magliette al chiodo”: “Siamo fermi ormai da mesi – ha commentato il presidente del Ccn di Venezia, Luca Fiordi – , ci arrendiamo a un sistema che ci ha penalizzato, chiuso, illuso e disilluso e che non ha trovato soluzioni. Abbiamo speso soldi per metterci in sicurezza e poi è stato deciso che dovevamo tenere le saracinesche abbassate. I ristori e i sostegni sono irrisori mentre i costi fissi come bollette e utenze non sono mai stati bloccati“.

Ma la maglietta bianca non rappresenta soltanto la casacca dei ristoratori, richiama ovviamente la bandiera bianca, simbolo di resa generale. E infatti anche pub, tabaccai e negozi di alimentari hanno sostenuto i ristoratori e hanno appeso anche loro il simbolo di questa protesta.

Questa manifestazione pacifica deve far riflettere – ha detto Fiordi -. Chiediamo al Comune che sia prolungato il suolo pubblico gratuito, visto che in questi mesi non abbiamo potuto usufruire di questa agevolazione a causa dei vari Dpcm. Lo Stato ci potrebbe aiutare bloccando il pagamento delle utenze, ma sappiamo che è impossibile: questi costi fissi purtroppo a volte sono difficili da pagare a fronte di incasso pari a zero. Tutti bene o male ci siamo arrangiati facendo asporto o delivery, ma con quelle entrate non riusciamo a coprire i costi aziendali, anche perché le varie app chiedono una percentuale. La passione per il nostro lavoro ci porta ad andare avanti e ad essere ottimisti, però alla fine dobbiamo fare i conti con tutto”.

[ Fonte: Il Tirreno ]