Due ristoranti negli Stati Uniti, una ricca carriera dietro i fornelli di presidenti, monarchi e governatori, e una non profit da lui fondata: questo è, in breve, il ritratto dello chef statunitense Art Smith, e per quanto ci riguarda potremmo fermarci qui. Ma il fatto che il cuoco della Florida sia anche un fermo sostenitore e attivista per la comunità LGBTQI+, nonché sposato con un uomo e padre di quattro bambini, non è un dettaglio indifferente in questo momento, data il suo coinvolgimento, da parte del Vaticano, nel futuro ristorante del Borgo Laudato Si’. L’ingaggio di uno chef omosessuale in un locale cattolico, come purtroppo non è difficile immaginare, ha fatto alzare il sopracciglio a più di un fedele.
Uno chef omosessuale in un ristorante della Chiesa è possibile?
Da Barack Obama al re svedese Carl XVI Gustaf, passando per diversi governatori della Florida e per Oprah Winfrey (di cui è stato cuoco personale), l’elenco di personalità famose per cui Art Smith ha cucinato è lungo e ricco. Ma non ci si sarebbe aspettati, probabilmente, che alla lista si aggiungesse il Vaticano, che lo ha ingaggiato per la prossima apertura del ristorante all’interno del nuovo centro Borgo Laudato Si’, a Castel Gandolfo.
Dove sta l’intralcio? Chiederete. Nulla a che vedere con l’impeccabile carriera di Smith, quanto piuttosto con la sua vita privata e il suo attivismo. Il cuoco statunitense è sposato con l’artista Jesus Salgueiro (nome ironico dati i recenti sviluppi lavorativi del marito), con cui è padre di quattro bambini. Smith non ha mai fatto mistero del suo orientamento sessuale o della sua famiglia, ed è anzi un attivo sostenitore della comunità LGBTQI+.
Ma fortunatamente pare che ciò non abbia rappresentato un impedimento per il Vaticano, che lo ha scelto come chef del ristorante in apertura nel 2026 al Borgo Laudato Si’. Segnali di apertura da parte della Chiesa? Ci auguriamo sia così, ma non per tutti i fedeli la mossa è passata inosservata.
Del malcontento si fa portavoce La Nuova Bussola Quotidiana, giornale dichiaratamente cattolico e da cui non ci aspettavamo, dunque, nulla di diverso. Secondo l’articolo che condanna l’assunzione di Art Smith, la decisione è errata in quanto “predica principi antitetici con quelli della Chiesa”. Difficile credere che la posizione del Vaticano stia cambiando radicalmente, ma al momento ci rallegriamo della notizia e speriamo sia foriera di una nuova direzione.