Lunch box antirazzista: l’idea di una bottega nel Parco del Ticino

Come si fa combatte il razzismo? Con un lunch box antirazzista: una bottega nel parco del Ticino promuove l'idea per "amare gli altri come si ama il cibo".

Lunch box antirazzista: l’idea di una bottega nel Parco del Ticino

“Ama gli altri così come ami il loro cibo”: uno slogan chiaro, che dallo stomaco arriva dritto al cuore. Da una bottega del Parco del Ticino arriva l’idea di una lunch box antirazzista, che vuole promuovere un mondo culinario davvero unito da un gusto internazionale.

Ester Produzioni, la cooperativa che gestisce il ristoro Centro Parco ex Dogana austroungarica nel parco del Ticino, ha voluto aderire al movimento internazionale “Bakers against racism” promuovendo una proposta che fa il giro del mondo per poi atterrare a casa tua: un box d’asporto antirazzista.

La cucina può essere un importante strumento sociale e politico, se non ci si limita a considerarne l’aspetto edonistico per soddisfare il palato” ha spiegato Ester Azzola, l’ideatrice della proposta, giovane biologa specializzata in nutrizione e neuroscienze e socia della cooperativa. “Bakers against racism è diffuso per esempio a Los Angeles e New York e ora stiamo provando a portarlo anche in provincia di Varese – continua Azzola – Qui troppo spesso la gente si rassegna al fatto che non succeda mai nulla, che le proposte interessanti e coinvolgenti si trovino solo nelle grandi città. Non dev’essere per forza così“.

Per combattere il razzismo, si parte dalla cultura più aggregativa di tutte: la tavola. I lunch box che verranno consegnati, saranno curati graficamente da Claudia Tramarin e Sandra Bersanetti, mentre il testo all’interno della scatola è di Alessandro Leone. Ogni box costa 40 euro e può soddisfare due persone per cena o quattro per un aperitivo.

Come proposte, i box al momento prevedono empanadas di carne dall’Argentina, bao ai funghi shiitake dalla Cina, Goi cuon verdure e fragole dal Vietnam, wat di manzo alle spezie berberè e injera dall’Etiopia e crackers di za’atar e baba ganoush dal Medioriente. E poi i dolci, ovvero ponteduro de palomitas dal Messico, kheer al cardamomo dall’India e qata dalla Georgia.

❤️ Abbracciamo il movimento #bakersagainstracism con questo giro del mondo in una scatola, per una cena senza frontiere…

Posted by Centro Parco Ex Dogana Austroungarica on Saturday, April 10, 2021

Il 10% del ricavato verrà devoluto all’associazione ‘Il razzismo è una brutta storia’ – ha aggiunto Gabriella Pedranti, anima di Ester Produzioni – L’idea è quella di offrire a chi sosterrà il progetto una cena senza pregiudizi e frontiere. Da anni noi usiamo il cibo come veicolo di contatto con le altre culture, perché permette di andare al di là delle barriere, compresa quella linguistica”.

[Fonte: la Repubblica ]