Nuovo Dpcm: il 30% dei ristoranti toscani rischia di chiudere per l’associazione di categoria

Il nuovo Dpcm non trova il favore del gruppo Ristoratori Toscana: secondo una loro indagine, il 30% dei ristoranti toscani rischia la chiusura entro l'anno proprio per colpa delle nuove norme anti Covid-19.

Nuovo Dpcm: il 30% dei ristoranti toscani rischia di chiudere per l’associazione di categoria

Il Nuovo Dpcm non piace a tutti, sicuramente non in Toscana: secondo un’indagine, il 30% dei ristoranti toscani rischia di chiudere entro l’anno a causa del nuovo provvedimento contro il Coronavirus.

Qualcuno ha già chiuso, altri lo faranno entro la fine dell’anno. Stando a quanto emerso da un’indagine effettuata dal gruppo Ristoratori Toscana, il nuovo Dpcm potrebbe segnare la fine per alcuni dei propri associati. A soffrire maggiormente saranno i locali serali e i ristoranti, quelli che avevano già chiuso a pranzo per via dello smart working e che riuscivano ad andare avanti lavorando su più turni la sera, soprattutto del fine settimana.

Questo è il quadro che emerge dall’indagine sul nuovo Dpcm, che (sottolineano) viene “bocciato dal 97,6% dei pubblici esercizi”. Inoltre questa rappresentanza della categoria specifica che del 30% delle attività che chiuderanno, di questi ci sarà un 5% che chiuderà soltanto nei prossimi mesi invernali, in modo da riprendere l’attività a marzo.

Ma il dato più grave viene denunciato per chi tenterà di resistere: “Il 40% di chi cercherà di resistere, soprattutto i ristoranti che si trovano nelle periferie, avranno una perdita del 30%, mentre gli imprenditori che lavorano nel centro storico denunciano cali di fatturato che con le nuove disposizioni raggiungeranno anche l’80%“.

Buona parte delle critiche che hanno mosso contro le nuove disposizioni anti Covid, comporta la chiusura delle attività a mezzanotte: “per il 35% degli intervistati equivale a perdere il secondo turno di lavoro, quello delle persone, soprattutto giovani, che al ristorante o in pizzeria arrivavano verso le 23“. Per il 50% degli imprenditori, invece, “al di là delle nuove direttive, sarà l’effetto paura a svuotare ulteriormente le strade della città“. Per il 10%, invece, l’attività sarà messa in crisi dai limiti imposti a cene o pranzi di matrimonio, oppure battesimi o feste di laurea.

Infine dall’indagine è emerso che “per il 5% degli intervistati, il nuovo dpcm non cambierà di una virgola la situazione in quanto l’attività è già avviata alla chiusura definitiva“.

[ Fonte: la Repubblica ]