Perché Luigi Taglienti lascia il ristorante Io di Piacenza

Un'avventura lunga esattamente tre anni che giunge al capolinea (almeno per il cuoco) per mancanza di comprensione e interesse sul territorio.

Perché Luigi Taglienti lascia il ristorante Io di Piacenza

Il terreno non è fertile a Piacenza per chef Luigi Taglienti, che dopo esattamente tre anni decide di lasciare il suo “Io” per dedicarsi a nuovi capitoli professionali. Nella zona mancava “curiosità e volontà di sostenere un ristorante di questo tipo”, che portava in tavola una cucina italiana non certo tradizionale, come quella volta in cui lo chef creò un menu interamente dedicato alle grandi salse. Il cuoco ligure riprende probabilmente la strada verso Milano, dove si sente a casa e più libero di esprimere il suo vero “io”.

Una cucina non adatta al contesto

luigi taglienti

Sarà stata anche una location d’eccezione quella che ha accolto Taglienti in questo triennio (parliamo dell’ex falegnameria del Monastero di Sant’Agostino a Piacenza, dalla storia secolare), ma insufficiente a tenere in caldo lo chef più a lungo di così.

Esattamente allo scattare dei tre anni dall’inizio di questa avventura, a giugno 2025 il ristorante Io saluterà lo chef ligure, deciso a investire altrove. L’attività del locale proseguirà sotto lo sguardo e tra le mani del team formato da Taglienti, servendo piatti più semplici e tradizionali non più firmati dallo stellato.

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“Ringrazio tutti i ragazzi che sono passati dalla cucina e i clienti piacentini che ci hanno seguito fin dall’inizio, ma non ha senso andare in una direzione che non è compresa e condivisa dalla città”, spiega Taglienti. Sul personale menu dello chef ora continueranno a esserci le consulenze nello Stivale e all’estero e l’organizzazione di eventi e pop-up per dare il giusto spazio alla sua cucina di ricerca.

In particolare, è il capoluogo lombardo a richiamare Taglienti a sé, lì dove sente di poter esprimere il suo pieno potenziale. “Ho capito che la mia priorità è esprimere me stesso in un ambiente dove mi sento a mio agio. Il mio universo gastronomico è qualcosa che mi fa stare bene, che mi diverte, che mi rappresenta. Non è semplice, ma è autentico. E spero ci saranno nuove opportunità per raccontarlo”.

Fonte: Il Gusto
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