Ristorante chiude per un’evasione di 1,5 euro (di sconto): la condanna dopo 3 gradi di giudizio

Il Fisco fa chiudere un Ristorante per tre giorni, condannandolo dopo 3 gradi di giudizio, per un'evasione di 1,5 euro che non ha dichiarato come sconto.

Ristorante chiude per un’evasione di 1,5 euro (di sconto): la condanna dopo 3 gradi di giudizio

La Legge è Legge e come tale va rispettata: anche per un’evasione di 1,5 euro. Ma perlomeno fa riflettere il caso di un ristorante che è stato condannato dopo 3 gradi di giudizio, con chi sa quanti euro spesi tra ricorsi, appelli, controdeduzioni e controricorsi.

Non è neppure la prima volta che questo ristorante ha “evaso il Fisco”: la prima pronuncia trae origine dal disconoscimento da parte dell’Agenzia della definizione per i residenti nei territori colpiti dal sisma 2002, in quanto il contribuente nella prima rata aveva versato 4 euro in meno rispetto al dovuto.

Da allora sono stati portati avanti tre gradi di giudizio per valutare se un contribuente che ha versato 4 euro in meno rispetto al dovuto, decadesse o meno dalla sanatoria. La sentenza della Commissione tributaria regionale (che dava ragione al contribuente) è stata impugnata dalla Cassazione e i giudici hanno accolto il ricorso, compensando però le spese tenuto conto «del modesto importo non versato», proprio 4 euro.

Ma dopo questa prima vicenda, si è presentato il nuovo caso: l’amministrazione fiscale ha contestato al ristorante l’emissione di tre ricevute, per un importo superiore ciascuno a 50 centesimi (totale 1,5 euro) rispetto al relativo incasso del Pos, quindi non era stato indicato nella ricevuta lo sconto di 0,50 euro.

Anche in questo caso la sentenza della Ctr (che dava di nuovo ragione al contribuente) era impugnata in cassazione dall’Agenzia e i giudici di legittimità accoglievano il ricorso. Ma intanto per tale contestazione il ristorante è stato chiuso per tre giorni. Tralasciando che, salvo errori nella ricostruzione del fatto, in quest’ultimo caso il ristorante aveva addirittura dichiarato di più rispetto all’incassato.

La Legge è uguale per tutti e va rispettata, è chiaro, ma il costo sociale derivante dal dispendio di risorse materiali e umane, volto a stabilire se 4 euro versati in meno e 1,5 euro dichiarati in più rispetto alle ricevute, giustifica sei processi (2 in Ctp, 2 in Ctr e 2 in Cassazione), l’impegno di 11 giudici, il coinvolgimento dell’Avvocatura dello Stato e della Procura Generale, quando tutte queste risorse potevano essere destinate per questioni più rilevanti per l’erario, visto che la lotta all’evasione e l’intasamento della giustizia sono problemi attuali e che superano di gran lunga 5,5 euro?

[ Fonte: il Sole 24 Ore ]