Ristoranti: come il Coronavirus sta cambiando le abitudini, secondo Nielsen

Gli italiani cenano meno nei ristoranti e preferiscono più tv a casa. In tempi di Coronavirus, cambiano le abitudini secondo Nielsen.

Ristoranti: come il Coronavirus sta cambiando le abitudini, secondo Nielsen

Niente più cene nei ristoranti e aperitivi vari, ma televisione e film a casa. Gli italiani hanno paura e mutano le loro abitudini secondo un’indagine condotta da Nielsen. Il 49% dichiara di evitare luoghi pubblici e affollati; il 30% di non prendere i mezzi pubblici e l’8% ricorre allo smart working. Solo il 17% degli intervistati, però, si dice effettivamente preoccupato del contagio e il 46% è convinto che basterà 1 mese per uscire dalla fase della diffusione del virus, anche se, per scongiurare proprio il peggio su scala globale, nel 53% dei casi si ipotizza un orizzonte temporale di 2 mesi.

“Attenti sì, spaventati no”, dichiara Stefano Cini, marketing analytics director di Nielsen, secondo cui “l’attenzione degli italiani nei confronti della diffusione del Coronavirus sta avendo due impatti principali sulla vita quotidiana: più prevenzione e più informazione”.
Secondo la ricerca Nielsen, più di un terzo degli italiani ha diminuito la frequenza con cui mangia fuori casa (35%) e beve nei pub(32%). Aumentano invece le abitudini domestiche: il 27% della popolazione dichiara di guardare più televisione e il 15% più contenuti video online.

I più inquieti, secondo l’indagine, sono gli abitanti del Sud Italia (23%), seguiti dai residenti del Centro (15%) e da quelli di Nord Est e Nord Ovest (entrambi al 14%). Tra le Regioni, la Campania è quella con la percentuale più alta di persone preoccupate(28%); più fiduciose le Regioni con più contagi: in Lombardia sono il 16%, in Piemonte e Veneto l’11%.

L’indagine ha previsto il coinvolgimento di un campione di 2mila individui rappresentativi della popolazione italiana maggiori di 18 anni ed è stata sottoposta tra il 26 e il 27 febbraio. Le domande saranno erogate a cadenza settimanale per permettere di monitorare l’evoluzione del sentiment degli italiani.