Ristoranti indiani in Uk: stanno scomparendo, è la “crisi del curry”

In Gran Bretagna non è solo la crisi economica causata dalla pandemia a far chiudere i ristoranti indiani, le "curry houses" inglesi stanno affrontando una crisi d'identità.

Ristoranti indiani in Uk: stanno scomparendo, è la “crisi del curry”

Chiedete agli inglesi quale sia il loro piatto nazionale. Per le ultime due generazioni non è certo il “pie and mash” ma il chicken tikka masala. Il curry appartiene al DNA britannico e le high streets di Londra non potremmo immaginarcele senza il profumo di cibo etnico. Ciononostante la Gran Bretagna sta assistendo a quella che è stata ribattezzata come “crisi del curry” con almeno due ristoranti indiani che ogni settimana sono costretti ad chiudere per sempre.

Le curry houses inglesi non risentono solo degli effetti della pandemia ma anche di una generale incapacità del settore di rinnovarsi. Chi riesce a resistere deve vedersela con la mancanza di manodopera aggravata dalla Brexit che riguarda sia le mansioni più modeste, che l’assunzione di chef specializzati, sempre più rari. Non ultimo chi aprendo un ristorante indiano ha fatto addirittura fortuna ai suoi tempi, oggi si ritrova con un’attività che arranca e una nuova generazione disinteressata a seguire le orme dei genitori.

La crisi colpisce tutto il settore che si stima valga almeno 5 miliardi di dollari l’anno solo in Gran Bretagna  minacciando trasversalmente sia le piccole insegne che templi inglesi del curry come il londinese Durbar (dal 1956), il Darjeeling Express di Asma Khan o l’Hot Stuff, locale amato da Anthony Bourdain e Gordon Ramsay, che dopo il lockdown ha definitivamente abbassato le serrande. 

Darjeeling-Express-LondraAsma Khan titolare del ristorante indiano Darjeeling Express a Londra

C’è da sottolineare che anche i clienti dopo la pandemia hanno cambiato le loro abitudini di consumo. Si mangia meno fuori privilegiando il delivery, ma anche i grandi classici indiani come il chicken tikka masala sembrano perdere appeal. Sì, nonostante nel tempo siano stati “inglesizzati” a dovere a scapito della più che abbondante quantità di spezie che caratterizza il “vero” cibo indiano, il ruolo del curry nel panorama culinario d’Oltremanica è piuttosto incerto.

 

Per fare chiarezza sulla “curry crisis” vale senza dubbio la pena ripercorrerne le tappe salienti di quel boom dei ristoranti indiani che ha portato i primi Tandoori e Vindaloo sulle tavole britanniche. In pieno sviluppo economico, fra gli anni Cinquanta e Sessanta, gli indiani dapprima impegnati nel settore tessile decidono di importare in Inghilterra la loro cucina fra scetticismo e una certa dose di razzismo. Ciononostante nel giro di pochi anni il curry conquista il palato degli inglesi, londinesi in primis, che trovano finalmente il piatto che meglio rappresenta l’essenza di una metropoli viva, vibrante e cosmopolita. Ora l’amore sembra essere venuto meno e la morìa di ristoranti indiani è iniziata e prosegue senza interventi governativi.

Ristoranti-indiani-in-Uk-stanno scomparendo

C’è chi tuttavia va oltre le difficoltà della pandemia, facendo dell’autocritica costruttiva per poi proporre soluzioni alternative. È il caso di due realtà di Manchester fra cui Dahling’s Kitchen o il Bhaji Pala che rischiando, staccandosi dal termine ombrello “indian curry” hanno scelto di sfuggire alla banalizzazione di questa cucina offrendo qualcosa di diverso. Entrambi propongono ricette tradizionali e autentiche indiane che solitamente non compaiono nei classici, e a quanto pare superati, tandoori restaurant della capitale, offrendo al consumatore un menù originale ma anche attento alle nuove abitudini di consumo: entrambi infatti puntano tutto sul vegan.

Come emerge nel servizio di Al Jazeera – 101 East sulla crisi del curry, il successo di entrambi i locali va in netta controtendenza rispetto a quanto accade ai ristoranti indiani nel resto del paese, riconfermando che sì, la crisi è economica ma anche una crisi di identità. Per la giovane titolare di Dahling’s Kitchen, che per scelta si è specializzata in solo cibo d’asporto, «è arrivato il momento di andare oltre il chicken tikka masala»