Ristoranti: zero incassi per 1 imprenditore su 10 fino a Febbraio secondo Fipe

Secondo i recenti dati Istat ripresi da Fipe, i ristoranti sono stati tra i più colpiti dalle restrizioni anti-Covid: si stima che 1 imprenditore su 10 fino a Febbraio avrà zero incassi.

Ristoranti: zero incassi per 1 imprenditore su 10 fino a Febbraio secondo Fipe

Un settore devastato dalle misure imposte dal Governo: è previsto che il periodo di crisi per i ristoranti purtroppo  continuerà ancora fino a Febbraio, secondo Fipe. Un nuovo report evidenzia che un 1 imprenditore su 10 vedrà addirittura zero incassi nei prossimi mesi.

Il periodo appena concluso tra Giugno e Ottobre, ha visto per il 26% delle imprese della ristorazione un crollo dei fatturati ben superiore al 50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Non aiuta sapere che le performance positive registrate durante l’estate, in particolare nelle località di mare, abbiano contribuito a diluire il dato medio, stabilizzandolo a un -35,9% dei fatturati. Le prospettive future per i ristoratori non sono rassicuranti. Per tutti.

Secondo l’ultimo report dell’Istat ripreso dall’Ufficio studi di Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana
dei Pubblici Esercizi, infatti: “i mesi invernali vedranno un’ulteriore contrazione dei volumi d’affari, con il
34,1% delle imprese che si aspettano fatturati più che dimezzati nel periodo dicembre-febbraio e
soprattutto con un imprenditore su 10 che ha già previsto un azzeramento totale degli incassi.”

Ma c’è di peggio: sempre secondo la fotografia scattata dall’Istat, il 4% circa delle imprese della ristorazione che ha
completamente chiuso i battenti durante l’autunno, non ha alcuna speranza di riaprire. “Un disastro annunciato, determinato dal clima di sfiducia che si è venuto a consolidare durante l’autunno quando solamente il 15,1% delle imprese della ristorazione e dell’accoglienza ha potuto restare completamente aperto, lavorando a pieno regime pur in un contesto di generale debolezza dei consumi. La stragrande maggioranza ha invece dovuto fare i conti con una limitazione della propria attività, confinata spesso al solo asporto e ad un po’ di food delivery almeno per chi ha deciso di farlo. Un dato che ben fotografa chi è stato davvero a pagare più di altri la crisi da Covid-19.”