Se oggi trovate chiusi tutti i McDonald’s d’Italia, c’è un motivo

Se non potrete gustarvi un Crispy McBacon, sappiate che i dipendenti degli archi gialli hanno le loro buone ragioni.

Se oggi trovate chiusi tutti i McDonald’s d’Italia, c’è un motivo

Voglia di cheeseburger all’ombra degli archi gialli? Dovrete rimandarla a domani, causa sciopero nazionale del personale McDonald’s. La mobilitazione, prevista su tutto lo Stivale, sarà particolarmente intensa a Rimini, dove è stata organizzata la convention annuale dei licenziatari del brand. Per l’occasione, i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UILTuCS hanno indetto un presidio nei pressi del Palacongressi a partire dalle 14:30.

La richiesta dei sindacati

McDonald's

In casa McDonald’s Italia l’unica cosa che sobbollirà oggi è l’agitazione. I sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UILTuCS continuano a fare pressione sul fast food e sui suoi licenziatari (170 nello Stivale) perché si aprano al confronto sulla possibilità di stipulare un contratto integrativo per i dipendenti.

Sul territorio tricolore sono più di 4.000 i dipendenti diretti del fast food, mentre 31.000 sono assunti da terze parti con licenza a utilizzare il marchio McDonald’s.

Sia la multinazionale sia molti licenziatari – denunciano i sindacati – continuano a rifiutare la possibilità di stipulare un contratto di secondo livello; questo andrebbe a integrare il CCNL apportando condizioni economiche e lavorative migliori per il personale sparso in tutto il Paese (parliamo di oltre 700 locali, di cui 60 a gestione diretta).

Piastre fredde, quindi, e agitazione in particolare nei pressi di Rimini, dove si terrà l’annuale convention di McDonald’s Development Italy.

“La mobilitazione”, scrivono i sindacati, “vuole denunciare il persistente rifiuto della multinazionale e di parte dei licenziatari ad avviare un tavolo di confronto per la sottoscrizione di un contratto integrativo aziendale di gruppo”.

Mobilitazione che proseguirà finché non verrà aperto un tavolo negoziale volto a riconoscere a lavoratrici e lavoratori della catena “la dignità e il rispetto che meritano”.