Slow Food: al via Youth & Food, nuovo progetto di inclusione sociale

Corsi di cucina internazionale, lingua italiana, apicoltura, innesto e diritto dei lavoratori: ecco gli ingredienti di Youth & Food, nuovo progetto di inclusione sociale targato Slow Food rivolto a minori non accompagnati.

Slow Food: al via Youth & Food, nuovo progetto di inclusione sociale

Si chiama “Youth & Food – Il cibo come veicolo di inclusione sociale” il nuovo progetto targato Slow Food e rivolto a minori non accompagnati. L’obiettivo è dare a ragazzi e ragazze stranieri coinvolti nel progetto degli strumenti per inserirsi nel tessuto sociale e lavorativo nell’ambito del food e dell’agricoltura. I giovani protagonisti di “Youth & Food” saranno una sessantina di età compresa fra i 17 e i 19 anni, originari del Benin, Mali, Pakistan, Senegal e Maghreb.

Il progetto di Slow Food, che si svolgerà nell’ arco di tre anni fra Torino e Agrigento, è stato selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Guardando solo all’Italia, il dramma dei minori non accompagnati riguarda 12.284 di giovani e giovanissimi. Stando ai dati della Direzione Generale dell’Immigrazione del ministero del Lavoro si tratta del 73,5% in più rispetto all’anno precedente. 

Slow Food: al via Youth e Food nuovo progetto di inclusione sociale

Le fasi iniziali del progetto hanno già coinvolto 16 ragazzi a Torino e ne coinvolgeranno 15 ad Agrigento. Si parte con un corso di cucina internazionale pensato anche come occasione per migliorare le proprie competenze linguistiche. Ad Agrigento invece i giovani si specializzeranno nell’apicoltura e nelle attività di potatura e innesto. «Vogliamo delineare una narrazione di aggregazione, riscatto, dignità, a partire da un soggetto potente: il cibo» ha dichiarato Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia. 

Youth & Food si svolgerà in più fasi che culmineranno con un tirocinio, una carta in più da giocarsi in futuro come sottolinea Abderrahmane Amajou, coordinatore della Rete Migranti di Slow Food e referente di Youth & Food: «per rendere sostenibile l’inclusione sociale è fondamentale assicurare l’inserimento lavorativo attraverso i tirocini e la nascita di start up grazie alle quali i ragazzi collaboreranno con le realtà del territorio». Al si là della parte pratica, anche la parte teorica dedicata alla conoscenza del diritto dei lavoratori avrà un peso importante nel progetto.