Surgelati: la riapertura delle scuole potrebbe recuperare le perdite causate dal Covid

I surgelati hanno subito una perdita 150 mln nei primi 4 mesi del 2020, a causa del coronavirus e della chiusura bar, ristoranti, aziende e mense scolastiche. E proprio grazie alle scuole potrebbe ora ristabilizzarsi.

Surgelati: la riapertura delle scuole potrebbe recuperare le perdite causate dal Covid

Freddato anche il saldo dei surgelati: è stata rivelata una perdita nel settore dei surgelati, a causa del Covid-19 e della chiusura di bar, ristoranti, aziende e mense scolastiche. Ma ora, con le riaperture delle scuole, potrebbe ristabilizzarsi.

Secondo l‘Istituto italiano alimenti surgelati (Iias),nei primi quattro mesi del 2020 il settore dei surgelati ha perso circa 150 milioni nel canale food-service. La causa, come anticipato, è stato sempre per colpa del Coronavirus, che con la chiusura dei pubblici esercizi di ristorazione e catering, si è visto tagliare via una buona fetta di produzione. Ma ora l’Istituto si dichiara fiducioso, grazie alla riapertura di esercizi pubblici e scuole.

Un piatto veloce, sicuro e che mantenga le proprietà nutritivie grazie ai più recenti sistemi di congelamento, è una scelta che molti ristoratori (e non solo loro) fanno. Per questo prima dell’emergenza legata al Covid-19, il segmento nel 2019 ha superato una quota del 37% del totale dei consumi di alimenti surgelati nel Paese, attestandosi a 318.500 tonnellate (+1,1% sul 2018). Una fetta considerevole, soprattutto se si tiene presente che i prodotti surgelati più consumati nel settore del catering nel 2019, sono stati i vegetali (173.500 tonnellate), le patate (75.000 tonnellate), i prodotti ittici (20.000 tonnellate) e le carni rosse e bianche (14.600 tonnellate). Tutti alimenti non raffinati e che pertanto possono essere surgelati, rimanendo sostanzialmente inalterati. I piatti al contrario più elaborati, anche i cosidetti “piatti pronti“, prendono una fetta più bassa nel settore dei surgelati, come pizza e snack (14.600 tonnellate), i piatti ricettati (13.600 tonnellate), frutta (3.000 tonnellate) e le paste semilavorate (2.300 tonnellate).

Il lockdown in generale, con la chiusura delle mense scolastiche, dei bar, di ristoranti e quant’altro ha colpito molto– commenta Vittorio Gagliardi, presidente Iias- la nostra economia. Anche il settore degli alimenti surgelati, che in generale ha visto crescere i consumi nell’ambito del retail, ha però segnato pesanti perdite nel fuori casa“.

Ora che la riapertura delle scuole si avvicina, gli alimenti surgelati – aggiunge – si apprestano a recuperare un ruolo da protagonisti sulle tavole degli italiani. Chi lavora nelle mense scolastiche e aziendali, nei bar e nei ristoranti, infatti, ne apprezza la velocità della preparazione, l’opportunità di poter contare su stock di materie prime adeguate, anche a fronte di una domanda difficile da quantificare, fino alla riduzione degli sprechi“.

 

[ Fonte: Iias]