Torta di mele: il Guardian dice davvero che è razzista?

Sta circolando ultimamente la notizia delle vere origini della torta di mele, piatto "tradizionale" americano: sembra che il Guardian voglia dire che la ricetta sia "razzista", ma è veramente così?

Torta di mele: il Guardian dice davvero che è razzista?

Dal pomo della discordia alla torta di mele razzista è un attimo: sta circolando da poco una nuova scottante polemica, che parrebbe essere stata lanciata dal The Guardian un mese fa. Ma cosa voleva intendere la rinomata testata?

C’è qualcosa di più “americano” della Apple Pie? ‘A voglia: sostanzialmente il lungo articolo del Guardian dice esattamente questo. Facendo un volo pindarico sulle origini degli ingredienti della torta di mele, il giornalista sta sostanzialmente “decostruendo” la ricetta “tradizionale” americana, dimostrando come e perché anche una banale torta di mele non sia in tutto e per tutto “proudly made in Usa”. Nient’altro che una normale lezione di storia. Eppure in molti hanno deciso che si tratta (ancora una volta) di “Cancel Culture“, ovvero un tentativo di zittire la cultura, togliendole tutti quei richiami che a oggi sono “politicamente scorretti”.
Ma analizziamo un attimo la notizia: il giornalista riporta la battaglia dell’accademico Raj Patel, che sostiene come e perché sia importante la giustizia alimentare, parlando, informando e sostenendo come determinati prodotti siano entrati a far parte della storia di un popolo, anche attraverso storie lunghe e sanguinose. Proprio come è capitato alla torta di mele: “Non che le mele siano propriamente americane“, è riportato sull’articolo. “Le mele furono importate per la prima volta dall’Asia centrale, compiendo il viaggio lungo la Via della Seta verso il Mediterraneo quattromila anni fa. Non che lo zucchero sulla crosta sia unicamente americano. La canna da zucchero fu portata per la prima volta negli Stati Uniti dai gesuiti nel 1751, ma la maggior parte dello zucchero statunitense rimase un’importazione finché gli schiavisti non iniziarono a produrla internamente, sfruttando la tratta degli schiavi. Neppure la ricetta della torta di mele è unicamente americana. È una variante di una ricetta inglese di torta alla zucca.”
Da questa considerazione, il giornalista sposta la sua lezione di storia, servendo uno spunto di riflessione, una ricetta per il pensiero, nel momento in cui punta l’attenzione dalla torta agli hamburger (altro simbolo americano, folks) al precariato, il New Deal, Joe Biden e la pace nel mondo. Fine (dell’articolo), ma inizio della polemica: a quanto pare, dopo un mese dalla pubblicazione, questo articolo adesso sta rimbalzando su diverse testate nostrane e suggerisce una nuova chiave di lettura, ovvero l’intento dietro le righe di una torta di mele razzista.
Ci aspettiamo nuovi ed entusiasmanti colpi di scena sulle origini autoctone dei fritti e dei Donuts.