Toscana, ristoratori manifesteranno a Roma il 22 Febbraio per chiedere “garanzie”

Un'associazione di ristoratori della Toscana ha deciso che manifesterà il 22 Febbraio a Roma e chiede anche agli altri che lavorano nel settore di ritrovarsi tutti in piazza Montecitorio.

Toscana, ristoratori manifesteranno a Roma il 22 Febbraio per chiedere “garanzie”

Dalla Toscana fino a piazza Montecitorio: così alcuni ristoratori manifesteranno a Roma con l’intenzione di chiedere “garanzie e non inutili promesse” il 22 Febbraio.

TNI-Tutela Nazionale Imprese-Ristoratori Toscana, l’associazione che rappresenta 40mila imprese in Italia, è disposta a organizzare trasferte da tutta la Toscana per “invadere a oltranz” la Capitale: “a Roma per difendere il nostro lavoro”. È quanto promettel’associazione per la manifestazione che intende portare avanti il 22 febbraio. L’obiettivo è chiedere al premier incaricato Mario Draghi indennizzi per i mancati incassi dall’inizio dell’emergenza e il superamento del sistema semaforico che sta uccidendo l’economia italiana.

Rimarremo a Roma a oltranza, porteremo con noi le tende e non ci muoveremo fino a quando non avremo garanzie, e non inutili promesse, sul nostro futuro. Stiamo organizzando autobus da tutte le province della Toscana. Il sistema a fasce va assolutamente abolito, il Governo deve metterci nelle condizioni di poter lavorare. I nostri locali sono luoghi sicuri e se sono aperti a pranzo possono esserlo anche a cena. Se qualcuno pensa il contrario ci porti le prove scientifiche. Vogliamo dati oggettivi, non chiacchiere” spiega il portavoce TNI-Ristoratori Toscana, Pasquale Naccari.

L’economia è in ginocchio e le nuove restrizioni a cui stiamo andando incontro sono l’ennesima beffa. Le nostre attività perdono il 70% di incassi in zona gialla, in arancione non ha nemmeno senso aprire. Se qualcuno vuole distruggere il nostro settore, ce lo dica chiaramente. Non vogliamo stare a guardare che le nostre imprese, fiore all’occhiello dell’Italia, muoiano. Andiamo a Roma per riprenderci il rispetto che ci spetta e difendere il nostro lavoro e quello dei nostri dipendenti” prosegue.

Naccari e la sua associazione richiedono pertanto quanto già richiesto nelle precedenti lettere inviate ai ministeri di competenza e alla presidenza del Consiglio, ovvero aprire i ristoranti anche a cena, sempre nel rispetto delle norme di capienza e di sicurezza. “La nostra – sottolinea ancora Naccari – è una richiesta di aiuto, i ristori non stanno arrivando o nel migliore dei casi sono briciole. Le scadenze, come quella dell’Inps, sono alle porte. È necessario quindi aprire immediatamente i nostri ristoranti e risarcirci delle perdite avute fino a questo momento”. 

Infine il portavoce lancia un appello a tutte le persone che lavorano nel settore della ristorazione: “Chef stellati e non, cuochi, ristoratori, commercianti, dipendenti, allevatori, fornitori, grossisti, lavoratori in cassa integrazione, tutti voi che avete a cuore il nostro paese. Solo noi possiamo difendere il nostro lavoro. Andiamo tutti insieme a Roma a pretendere quello che ci spetta”.

[ Fonte: Askanews ]