Antica Friggitoria La Masardona Roma, recensione: la pizza fritta in trasferta è in ritardo

Come se la cava a Roma l'Antica Friggitoria La Masardona, celebre nome della pizza fritta napoletana inaugurato nella Capitale da un annetto, Covid incluso. La nostra recensione.

Antica Friggitoria La Masardona Roma, recensione: la pizza fritta in trasferta è in ritardo

Erano gli anni ’40 quelli in cui Anna Manfredi, detta “la masardona” cominciava a vendere le sue pizze fritte nelle strade di Napoli. Un lavoro cresciuto nel tempo, tanto da essere tramandato oggi fino ai suoi pronipoti, e nello spazio, perché oggi La Masardona non è solo lo storico indirizzo di Napoli, dove risiede una delle friggitorie più antiche in città, ma è andata in trasferta. Si deve a Cristiano Piccirillo, uno dei pronipoti di Anna, l’arrivo della Antica Friggitoria La Masardona a Roma nel settembre del 2020.

Rispetto alla formula tradizionale dell’antica friggitoria, questa versione è più vocata alla ristorazione comoda: accanto ai classici infatti, la prima innovazione che è stata portata nell’apertura di Piazza dell’Oro, vicino a Castel Sant’Angelo, è la presenza del forno a legna per realizzare la pizza tonda napoletana.

Il menu

I capisaldi della friggitoria napoletana ci sono tutti: crocchè di patate, frittatina di pasta, arancino, poi la bruschetta, fritta anche quella, con pomodorini, aglio, olio e basilico. Vanno a ruba i due faraonici misti di fritture, da dividere in due o tre persone: uno è quello con frittatina, montanara, crocchè e arancino e l’altro è quello dal nome evocativo, Tagliere del maiale, con pane di pizza fritto, porchetta, salame, cicoli e mozzarella di bufala.

E si finisce con i dessert, ovvero il Battilocchio con le creme dolci e spolverate di zucchero a velo e straccetti di pasta fritta. Si può optare anche per tre diversi percorsi di degustazione, a 25 euro, di cui uno, “Affidati a Cristiano”, che è al buio. Nota positiva per i piatti, bellissimi, che ha realizzato l’artista Antonio Nocera. Nel locale sono presenti anche altre sue opere, come i famosi Pulcinella.

La Pizza fritta

Nel mezzo ci sono le pizze fritte. Tra i nomi si legge la storia di famiglia e di quelle pizze che Anna serviva nel padellone con olio bollente in strada, come l’Annarella con ricotta, provola, pomodoro, pepe e basilico, la Zia Tonino con parmigiana di melanzane e provola, la Zia Tatina con scarole saltate in padella con uvetta, pinoli, peperoncino, olive nere di Gaeta e provola. Si friggono anche le montanare al piatto, che assomigliano a delle vere e proprie pizze per stazza e succulenza, come la Nonna Pizza con ragù napoletano, parmigiano e basilico.

L’impatto con la pizza fritta non è facile da descrivere, ma si traduce semplicemente in quello di un incontro con un cibo che ha la capacità innata di mettere felicità, se possibile, anche più di una pizza da forno. L’opulenza del fritto, il colore dorato, la croccantezza tenue della parte esterna, si sommano al ripieno bollente che si scioglie una volta aperto il cerchio. Fanno la loro figura anche la frittatina e il crocchè, quest’ultimo particolarmente fondente e saporito.

“L’altra” pizza

Come dicevamo, una delle novità qui è quella di aver introdotto la pizza nel forno a legna nella tradizione della friggitoria. Le proposte in tutto sono 10 e ricalcano, in parte, gli ingredienti delle pizze fritte. La Declinazione di Margherita arriva diversamente da come ce l’aspettavamo: da descrizione si tratta di “una margherita divisa in tre spicchi, con fior di latte, provola e mozzarella di bufala”. L’idea nella teoria è interessante e sembra andare incontro agli indecisi, ma nella pratica si presenta come una margherita “classica”, con qualche difetto di stesura, dove difficilmente si distingue uno spicchio dall’altro.

Il servizio

Veniamo dunque all’aspetto più critico della serata. Più di servizio parlerei di gestione, perché il servizio di suo c’era, e anzi i ragazzi di sala hanno passato l’intera serata sgambettando vorticosamente tra un tavolo e l’altro, facendo lo slalom tra uno “scusi” e un “ci dispiace”. Le prenotazioni si fanno su tre turni, cosa di cui si viene avvertiti telefonicamente: 19:30, 20:30, 21:30. Scegliamo il turno delle 21:30, che è solo a un’ora di distanza dal precedente, quello delle 20:30. Una volta arrivati lì, ci sono almeno 20 persone in attesa del tavolo, segno che saranno tutti i tavoli seduti all’esterno a girare. C’è un andirivieni continuo, tra nomi chiamati per sedersi e persone che dopo mezz’ora al tavolo hanno visto passare solo la bottiglia dell’acqua. Riusciamo a sederci alle 22:00 (avevamo dato disponibilità per sederci anche all’interno), con mezz’ora di ritardo, con l’impressione che si tratti di una scena che si ripete, identica, tutte le sere. Per tenere testa a quei ritmi serve un’organizzazione micidiale, oppure semplicemente serve il buon senso di proporre due turni e non tre.

Le bevande

Sul retro del menu sono indicate le bevande insieme ai fornitori del locale: la carta delle birre è ferma a Moretti e Ichnusa, mentre sul fronte vini c’è una piccola scelta tra etichette campane, di due cantine, Villa Matilde e Kapemort, quest’ultima riconoscibile dai teschi delle etichette che si ispirano all’esoterismo di Napoli. C’è più ricchezza invece nella proposta degli amari e liquori.

Opinione

pizzerie

Un’ottima friggitoria con un servizio inadatto ai tempi e alle esigenze di un ristorante. L’impressione è che la tradizione non mente, ma traslata al di fuori dei suoi confini e rimaneggiata, perda qualche colpo di troppo.

PRO

  • Pizza fritta strepitosa e opulenta (come anche gli altri fritti)

CONTRO

  • Ritardo e gestione del servizio disastrosa
VOTO DISSAPORE: 6.5 / 10
Voto utenti
Antica Friggitoria La Masardona Roma
Antica Friggitoria La Masardona Roma
Antica Friggitoria La Masardona Roma, Piazza dell'Oro, 6, Roma, RM, Italia