Le ville venete riscoprono la loro vocazione agricola: i prodotti da provare

Mais, riso, miele, ma anche birra e sciroppi: la vocazione agricola delle ville venete si riscopre attraverso prodotti alimentari da provare, spesso vere chicche gastronomiche.

Le ville venete riscoprono la loro vocazione agricola: i prodotti da provare

Nelle campagne venete abbiamo notato l’affermarsi di un fenomeno interessante. In pochi non avranno mai sentito parlare delle ville venete, basti pensare a quelle del Palladio, Patrimonio Unesco. Ebbene molte di queste dimore, appartenute perlopiù a nobili veneziani, stanno riscoprendo la loro originaria vocazione agricola, affrancandosi dall’idea di villa-mausoleo, e riaffermandosi come luogo vivo e produttivo, spesso presidio di piccole colture locali. C’è dunque chi ha recuperato antichi frutteti, risaie, vigneti, chi fa birre usando erbe officinali, chi produce mieli, marmellate e altre delizie. Siamo andati a fare un giro.

Centri agricoli della Serenissima, poi la decadenza

Villa RechsteinerVeduta dall’altro di Villa Rechsteiner e le campagne di Piavon di Oderzo (Tv)

Prima del tour delle produzioni più interessanti, ci concediamo una dovuta premessa storica. Quello strato di polvere proprio della villa-museo è frutto della storia recente. Queste dimore, sorte fra il ‘400 e il ‘700, nascono come residenze degli aristocratici della Serenissima in un momento in cui Venezia, da sempre “stato da mar”, si espande nella terraferma riorganizzando le campagne. Da Napoleone in poi tuttavia, la fiorente “civiltà delle ville” si avvia ad un lento declino. La mazzata finale poi arriva nel Novecento con lo svuotamento delle campagne e lo sviluppo dell’agricoltura intensiva a scapito delle piccole produzioni.
Nei tempi d’oro, oltre a fare da cornice ad occasioni mondane (i veneziani erano dei gran festaioli), immaginiamo queste ville come importanti e vivaci centri agricoli, parte integrante del tessuto produttivo, dove si coltivavano cereali, ortaggi, frutta, vite e olivo. Oggi, e anche grazie all’attività dei proprietari, gli stessi discendenti di quelle nobili famiglie, le ville venete si avviano ad un nuovo Rinascimento, che parte proprio dalla terra.

La birra

Birra_brilla-campo-biondo
Cominciamo il nostro grand tour nel Padovano, da Villa Petrobelli a Maserà di Padova. Siamo nella dimora seicentesca dei Conti Petrobelli, dove ancora si nota la bella corte adibita all’essiccamento delle granaglie. La villa è splendida, circondata da un grande parco con alberi monumentali, un brolo e un bosco. È in questo locus amoenus che si può scovare la birra “Brilla” fatta come la si faceva prima del 1516 (anno dell’Editto della Purezza bavarese).

Sulla bottiglia infatti si legge “birra al gruyt di Ca’ Mura (il borgo dove è collocata la villa), ovvero nata da una miscela di erbe e spezie firmate da un botanico di eccezione. Dovete sapere che il Conte Sergio dalla Chiesa Petrobelli, attuale proprietario, è stato per più di quarant’anni curatore dell’Orto Botanico di Padova (Patrimonio Unesco). Proprio grazie alla sua sapienza si è messa a punto questa miscela che dà vita ad una blanche molto aromatica, realizzata impiegando le erbe dell’antico brolo presso il vicino birrificio Campo Biondo di Conselve.

Il riso

Villa Widmann Borletti_Riso Carnaroli
Rimaniamo nel Padovano, a Bagnoli di Sopra dove si trova Villa Widmann Borletti, dal 1656 in mano ai Conti Widmann. Le terre che la circondano, note come Dominio di Bagnoli, devono in parte la loro fertilità all’intervento dei monaci Benedettini che tra il X e XIII secolo non solo bonificarono i terreni ma vi costruirono anche le attuali cantine destinate all’invecchiamento del vino.

Nei secoli per questa dimora sono transitati molti personaggi noti fra cui Carlo Goldoni in persona, che proprio qui scrisse “La bottega del caffè”, sua celeberrima commedia. Qui ai tempi della Serenissima si mangiava e si brindava con il Friularo di Bagnoli (oggi Docg), apprezzatissimo dai nobili del tempo, tutt’ora fra i prodotti di punta del Dominio. Oltre a questo, la villa oggi è viva e attiva anche grazie alla produzione di riso. Proprio dalla valorizzazione delle risaie del Dominio arriva infatti un Carnaroli di prima scelta, da considerare per uno di quei risotti che non si dimenticano.

Confetture, sciroppi e tisane

Casa Della Francesca_sciroppo di melograno

È la volta buona per riscoprire gli sciroppi in cucina. Si possono usare come base di un drink alternativo, per dolcificare lo yogurt greco o per arricchire dei dessert. Quelli di Casa della Francesca a Casale di Scodosia (Pd) sono semplicemente deliziosi, specie quello al melograno, ai fiori di sambuco e quello alla foglia di fico e noce. Poi ci sono le confetture biologiche e le tisane di erbe aromatiche, sempre coltivate all’interno della villa, dove fra l’altro è visitabile la grande struttura dei primi del novecento usata come seccatoio per il tabacco. Coltivazioni di soia, mais, frumento, ma anche animali come pecore, galline, anatre, bovini e asini trovano spazio in questo vivace centro agricolo di 26 ettari.

Anche a Villa Tiepolo Passi, siamo a Carbonera, nel Trevigiano, potete unire una visita culturale ad una spesa totalmente biologica. Qui i proprietari ci tengono molto a riportare la villa al centro  degli “afari de terra” coltivando frutta, verdura ed erbe. Da provare le confetture, mostarde e gelatine di mela cotogna, ma anche il radicchio rosso di Treviso in agrodolce o sott’olio.

Mais e miele

Villa-Zileri_Farina

Ci spostiamo ora nel Vicentino, a Monteviale, affascinati non solo dai prodotti dell’azienda agricola di Villa Loschi Zileri Motterle, ma anche dalla figura di Drusilla del Verme. Questa nobildonna vissuta nell’Ottocento, nonché padrona di casa del tempo, pare fosse una luminare in campo agrario, tanto che i legumi, patate ed erbe del suo orto furono premiati con delle medaglie!

Oggi il parco della villa ospita l’azienda agricola “I frutti di Marta” dove si produce perlopiù miele e mais. Le piante vengono raccolte a mano, e poi i grani portati a molare al mulino cittadino. La farina di mais del tipo Maranello intitolata, non a caso, a Drusilla, è ottima per una polentina fatta come si deve, o per delle chips al forno (già testate) che una tira l’altra. 

Parco Rechsteiner_Orto officinale_TVL’orto officinale di Villa Rechsteiner a Piavon Oderzo (Tv)

Anche Villa Rechsteiner, a Piavon di Oderzo (Tv) è un altro esempio di villa veneta viva e vegeta, forse più che mai. Questa dimora orlata da tre ettari di parco secolare, oggi è portata avanti dal giovane barone Florian von Stepski Doliwa che ha dato nuovo slancio all’attività agricola. Qui si producono vini importanti,  fra cui il Dominicale Rosso Malanotte Docg e il Dominicale Dolce Igt Veneto, ma anche salumi, miele 100% naturale e composte. Ciliegie, kiwi, mele, pere, fichi, fragole e more colorano il grande frutteto nelle quattro stagioni dando vita ad una produzione di confetture: da provare quella mele e zenzero. Adiacente si trova anche un orto officinale, di quelli che ormai si vedono solo nei monasteri.

Consigli per visitare le ville

Se vi va di fare un giro, l’Associazione per le Ville Venete ha sviluppato di recente un portale ad hoc per pianificare facilmente la visita, mettendo in rete le varie dimore e illustrandone anche eventuali produzioni agricole e vinicole: www.villevenetetour.it. Se avete intenzione di andare a più riprese, unendo le visite alle degustazioni di prodotti, il consiglio è di farvi il Grand Pass, un passaporto nominale (è un graziosissimo libricino blu) che viene timbrato ad ogni visita in villa e che dà diritto a ingressi agevolati e altri benefici. Tutte le info al medesimo portale sopra indicato.