McDonald’s in piazza Duomo: Firenze Disneyland del Rinascimento

A Firenze si discute per la possibile apertura di un McDonald’s in piazza Duomo, le proteste in rete sono vibranti e alla fine anche il sindaco Dario Nardella dice no al gigante del fast food. Ma forse il McDonald's si farà lo stesso

McDonald’s in piazza Duomo: Firenze Disneyland del Rinascimento

E pensare che eri partito bene, Dario Nardella, sindaco di Firenze.

Eri partito più che bene con l’applicazione, già da mesi, del regolamento Unesco per difendere il centro storico della città dalla sciatteria imposta dai negozietti di kebab, pizzerie, cineserie di bassa lega, internet point e ciarpame vario.

Certo, potevano sembrare provvedimenti un po’ restrittivi, come quello di obbligare supermercati e negozi alimentari del centro di Firenze a vendere almeno il 70%, poi diventato un 50%, di prodotti del territorio, cioè a filiera corta, ma l’idea di fondo non era peregrina: salvare il piccolo centro storico di Firenze, tra l’altro patrimonio Unesco, dall’esercito della paccottiglia.

E ancora pochi giorni fa, all’approvazione di un decreto legislativo, così tuonavi, come a voler annunciare una tua personale vittoria:

“I sindaci potranno finalmente valorizzare le botteghe storiche delle vecchie città e nello stesso tempo vietare le attività commerciali non compatibili con la tutela del nostro patrimonio culturale. Riprendiamoci i nostri centri storici. Perché questa è una norma che aspettavamo da anni, significativa per Firenze, fondamentale per l’Italia tutta!”

Viva l’Italia, viva la Repubblica, ci mancava solo.

dario nardella

Peccato che poi tu sia caduto su una buccia di banana.

Una buccia di banana dalla rotondeggiante forma di una polpetta di McDonald’s.

Un pasticciaccio brutto, diciamocelo.

Perché pare ormai certo, anche se il condizionale ce lo vogliamo ancora mettere, che tu e i tuoi pari abbiate concesso a McDonald’s le autorizzazioni necessarie per aprire un nuovo, grande punto vendita proprio nel centro di Firenze, in piazza Duomo.

E anche se ora ti dissoci e dici no al gigante del fast food sei riuscito a far incazzare tutti:  fiorentini, turisti, torinesi, calabresi, impiegati e operai. Hanno pure fondato il gruppo Facebook dal titolo “NO al McDonald’s in piazza Duomo“, che è stato sommerso da valanghe di like nel giro di tre secondi netti, un successo che manco i NO Tav si sarebbero sognati.

Ed è partita pure la raccolta firme su Change.org, come se non bastasse.

mcdonald's piazza duomo, firenze

Allora, o qui siamo tutti cretini, o a qualcuno, lì da te, manca del tutto quella gran virtù chiamata coerenza, perché qualcuno, a suo tempo, mentre con la spada in mano tuonavi contro cinesini e kebabbari, ti avrà pure creduto e ti avrà pure applaudito.

Suonano oltretutto come una presa per i fondelli le giustificazioni in base alle quali il Comune avrebbe le armi spuntate contro l’apertura del colosso americano, che ha già reso noto di voler adattare il suo punto vendita alle esigenze che il centro storico di Firenze richiede, prevedendo un regolare servizio ai tavoli, degli arredi consoni, la sparizione delle gigantografie di patatine e McChicken all’interno del locale e via dicendo.

Insomma,  Mc Donald’s, in realtà, pare avere goduto di un trattamento di favore rispetto ad altri esercizi meno potenti ed influenti: perché i kebab no e McDonald’s sì?

Forse non ti ricordi che persino Slow Food, baluardo più e da prima di te del cibo nostrano e delle meraviglie gastrononiche del Belpaese, era nato (anche) come reazione all’apertura del primo McDonald’s a Roma nel 1986? Roma, eh, grande dieci volte almeno Firenze. In proporzione ora Carlin Petrini cosa dovrebbe fondare, la congrega interstellare della finocchiona toscana?

Insomma, prima fai l’Alberto da Giussano del lampredotto e poi, quatto quatto, piazzi uno di quei negozi che rendono simili tutte le città del mondo in piazza Duomo, nientemeno.

Come disse Andy Warhol: “La cosa più bella di Firenze è McDonald’s“.  Egregio Nardella, tu sì che sei un vero artista, un artista moderno. Cretini noi che non lo avevamo capito.

[Crediti | Link: Dissapore, La Nazione, Ansa, Repubblica Firenze, Medium]