Argh! Se anche Gualtiero Marchesi si converte all’iPad significa che sono questi i ristoranti del futuro

Piangete come fontane al pensiero di ordinare da un iPad? Non mi rivolgo ai nerd (come te e me), gente poco raccomandabile che ha come stella polare la più bieca tecnologia. No, non siamo noi i frignatori. Parlo alle persone normali che vanno al Marchesino di Milano (normali?), se dico sciurette e cummenda sembra una macchietta, ma insomma, i frequentatori tipo dei ristoranti di Gualtiero Marchesi. Ecco, ve li figurate alle prese con 8 iPad? Con magari Gualtiero che fa il dimostratore: “clicchi su per pasta e riso e giù per i dolci, duiuspicinglisc?, clicchi in mezzo”.

Non so, non mi scatta mezza salivazione, e sì che ci sono tutte le info, le foto dei piatti, gli ingredienti, le eventuali allergie collegate al piatto.

Tra l’altro, quella del Marchesino non è un’anteprima. Avevamo già visto la tavoletta della Apple al risto La Credenza di San Maurizio Canavese, in provincia di Torino, solo che lì è servita a mandare in pensione la carta dei vini.

Il vino si può scegliere per la sua geografia o per il vitigno, districandosi tra bianchi, rossi, spumanti e champagne, oppure per fasce di prezzo. In ogni caso si potrà sapere tutto di ogni bottiglia e scegliere con cognizione di causa confrontandosi con i suggerimenti del sommelier.

Mmm, tempi grami per i poco tecnologici, o per chi come me pistola tanto coll’iPhone che quasi si siede a tavola per smettere. Ma dobbiamo imparare a venire a patti con le nostre emozioni. A New York capita già di mangiare nel futuro.

4food è un fast-food iper-connesso e “salutare” appena aperto a New York. Si possono fare ordini online personalizzati scegliendo il tipo di pane, la carne, le verdure per i vegetariani, i condimenti e altro ancora. Il wi-fi è gratis, ogni tavolo ha la sua presa per la corrente, un gigastesco schermo mostra i twit e i messaggi su Facebook riguardanti 4food, i camerieri sono dotati di iPad e divisa Adidas, e la missione è de-spazzaturizzare il fast-food usando ingredienti locali e di qualità.

Poi c’è il marketing. Create il vostro hamburger sul sito del locale, dategli un nome accativante, e usate Twitter, Facebook, o anche un video di YouTube per convincere i vostri amici a comprarlo. Ogni volta che qualcuno ordina il vostro hamburger 4food vi accredita una cifra, la possibilità di mangiare gratis è concreta.

Troppo tecnologia? Superflua? L’attenzione non dovrebbe essere sul cibo? Vi spaventa l’idea che i ristoranti del futuro siano così, o al contrario, ipad + ammennicoli vari rappresentano una gran comodità e Facebook tutta pubblicità gratuita? Tanto, che lo si voglia o no, sarà la tecnologia a farsi ampie beffe della nostra arretratezza?

[Fonti: Repubblica.it, Altissimo Ceto, New York Times, 4food, immagini: Gizmodo, CNet, Eater]