Matteo Renzi, 49.000 euro in ristoranti. Democratici, però

C’è chi dice che sia di sinistra “come la palla destra del rottweiler di Ciarrapico”, epperò Matteo Renzi sarà il nuovo leader del PD e, sistemato il Cav al Pio Trivulzio, il primo premier post-Berlusconi. Per ora, l’Obama italiano è solo presidente della Provincia e candidato sindaco al Comune di Firenze. Perché parliamo di lui? Lo hanno accusato di sperperare denaro pubblico in una recente puntata di Anno Zero. In 3 anni, avrebbe bruciato 49.000 euro in ristoranti. Yabadabadoo! Uno della casta ma almeno gourmet. Complice il sito di un politico fiorentino, quasi fossimo Stella e Rizzo, ci siamo messi a spulciare tra gli sperperi golosi. Che delusione! Una sequenza infinita di modeste trattorie low-cost: San Zenobi; Taverna del Bronzino; Bar Ginori; Coffee Nannini; Osteria de’ Benci; Perseus; Cantinetta Antinori; Garibaldi e Da Lino. Il coté gastronomico migliora da Cammillo, da Lob’s (defunto?) da Sabbatini (un’istituzione) e soprattutto al Cibreo del suo sostenitore (e grande ristoratore) Fabio Picchi. Niente lusso però, mancano l’esclusiva Enoteca Pinchiorri, così come Le Murate, Baccarossa, Rossini, Piraņa e Tenda Rossa. Anzi, per non dar corda a chi lo chiama “Berluschino”, Renzi si vede spesso dai trippai tipo Simone di San Frediano, omaggiato perfino dal portierone Giovanni Galli, candidato sindaco del PdL, causa recente incendio del baracchino. Facciamo così, siccome Renzi è uno simpatico, gliela diamo noi la possibilità di mangiare qualcosa di più ricercato della pappa col pomodoro senza pesare sul bilancio della Provincia, invitandolo pubblicamente da Pinchiorri, beh, non esageriamo, all’Ora d’Aria dell’emergente Marco Stabile.

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