Albero di Natale: impara a mangiarlo

Una scelta ecofriendly? Mangiare l'albero di Natale usandolo in cucina: i rametti al posto del rosmarino, i germogli in insalata, la corteccia per la farina, foglie e ramoscelli per fare il tè

Albero di Natale: impara a mangiarlo

Il classico dilemma natalizio dell’albero: meglio finto o vero? Qual è la scelta più ecosostenibile?

Stupiamo: comprare un abete vero da addobbare per le Feste è la scelta più ecofriendly perché gli alberi di plastica derivano dal petrolio, sono anti-ecologici e spesso spelacchiati.

E le sorprese non sono finite, perché l’albero di Natale si può anche mangiare.

Di norma compriamo abeti rossi provenienti da vivai specializzati venduti insieme al terriccio che ne consente il mantenimento. Possiamo anche controllare attraverso il cartellino di coltivazione, obbligatorio, che sia di provenienza italiana.

Passata anche la Befana, quando è il momento di disfare l’albero, proviamo invece a vederlo per quello che è, suggerisce wood*ing, laboratorio di ricerca sulla raccolta e l’uso del cibo selvatico in cucina di Desio (MB), ovvero un alimento molto nutriente, ricchissimo di vitamina C, dal sapore complesso e molto interessante.

Vi serve qualche idea su come raccogliere, conservare, cuocere e usare il cibo selvatico? 

Potete utilizzarne i rametti al posto del rosmarino per  insaporire brodi, realizzare infusi, inventare sciroppi balsamici che con un po’ di applicazione diventano sorbetti, creme e gelati.

O magari, qualche tempo dopo, gustare le gemme primaverili dell’abete, tenere e saporite, come fate con le normali verdure, cotte o in insalata!

Le parti degli alberi adatte a essere mangiate sono la corteccia interna, la linfa, ramoscelli e germogli, le foglie dei sempreverdi.

La corteccia interna può essere essiccata e macinata in farina, dalla linfa si ricavano gli sciroppi, il più noto è quello d’acero, con i ramoscelli si può fare il tè, con i germogli le insalate, mentre con le foglie sempreverdi si aggiungono aromi inaspettati ai nostri piatti.

Quando si raccoglie è importante non abusare di ciò che la natura offre. Chi vuole consultare un manuale di foraging con le regole di buona condotta può rifarsi a quello del Nordic food lab di Copenhagen, fondato nel 2009 da Renè Redzepi con Claus Meyer, e sentirsi così come gli chef nordici, tanto di moda da qualche anno nella gastronomia internazionale.

Adesso che ne sapete di più sull’uso delle piante selvatiche in cucina non trascurate il fatto che mangiare l’albero di Natale compiacerà oltremodo il vostro lato Grinch.  

[Crediti | wood*ing, Norsdic Food Lab]