5 regole per non farsi la guerra a tavola

5 regole per non farsi la guerra a tavola

Pubbliredazionale Dissapore.

La guerra dell’alimentazione si combatte a ogni angolo, a ogni tavola, ed è composta da tante singole battaglie quotidiane.

Quella che i carnivori combattono ogni giorno denigrando i vegetariani con nomignoli come mangia-carote e simili; quella dei vegani che accarezzano il loro maialino d’appartamento mentre il carnivoro, al tavolo di fianco, addenta uno spiedino; quella dei fruttariani contro tutti.

Forse è ora di smetterla. È tempo di mettere un fiore nei vostri maccheroni.

Per darci una calmata con le battaglie inutili, possiamo iniziare dallʼultima campagna di Ponti: Cibi Tempestosi. Mai video fu più attuale e profetico.

In tv, in radio, sul web, nelle case degli italiani sintonizzati su Verissimo: le battaglie alimentari si combattono dappertutto ogni santo giorno. Qualsiasi cosa qualcuno decida di mangiare, cʼè sempre qualcuno pronto a dire che il primo sta sbagliando.

E questa scena la si vive costantemente, sia da vittime che da carnefici.

Vegani, carnivori, fruttariani e in qualsiasi modo vogliate essere definiti quando vi sedete a tavola, dico a voi. Alzate tutti bandiera bianca: si ricomincia da capo.

Per farlo, ecco cinque semplici regole per provare a rispettarci reciprocamente a tavola.

#REGOLA 1:
NON GUARDARE NEL PIATTO DELL’ALTRO

Regola basilare da cui iniziare. Visto che possiamo costruirci un’opinione sugli altri anche senza sapere cosa mangiano a colazione, è necessario non badare troppo ai tic e alle abitudini degli altri commensali.

Quando a tavola due carnivori si toccano il gomito per indicare sghignazzando lo spezzatino di seitan che ha ordinato il cugino vegano, voi siate zen.

Concentratevi sulla conversazione e non fate caso a quello che gli altri addentano. I loro processi metabolici non ve li renderanno più o meno simpatici. Quello che conta davvero è che squadra tifano, no?

#REGOLA 2:
TROVARE QUALCOSA IN COMUNE

Funziona un po’ come la legge dei 6 gradi di separazione. Volete scommettere che anche un pescatore eschimese e un milionario brasiliano, gira che ti rigira, potrebbero avere in comune la passione, mettiamo il caso, per la collezione di farfalle?

Funziona così anche a tavola.

Quando lo scontro tra stili alimentari sta per esplodere, voi potrete sempre giocarvi la carta dell’elemento in comune. Ho visto gente brindare agli spaghetti aglio, olio e peperoncino. Quelli metterebbero d’accordo anche Hillary Clinton e Donald Trump!

#REGOLA 3:
ASSAGGIARE PRIMA DI GIUDICARE

Chi ha detto che il tofu non sa di niente? E chi ha detto che l’insalatona è solo light e non anche gourmet? Bando ai luoghi comuni, cari mangiatori incalliti di qualunque specie.

Prima di dire “mai”, ricordatevi gli insegnamenti di James Bond e aprite la vostra boccuccia a sapori nuovi e diversi da quelli ben conosciuti. Vi si potrebbe aprire un mondo.

#REGOLA 4:
UN PRANZO “MISTO” A SETTIMANA

Data per assodata la regola numero 3, per diventare veri pacifisti gastronomici bisogna applicarsi con costanza. Si inizia con un pranzo “diverso” a settimana, un pranzo in cui non ci sono regole dettate dalle solite abitudini.

Portate in pausa pranzo il vostro collega fissato col sushi e lasciatevi guidare.

Concedetevi il pasto della domenica a base di pasta, pane, pizza al grido di “carboidrato free”. Oppure, se siete vegani, evitate i vostri posti del cuore e provate il piatto che vi hanno dedicato nella trattoria sotto casa che avete sempre snobbato.

#REGOLA 5:
L’AMICHEVOLE “SCAPOLI-AMMOGLIATI”

Se alle elementari ci fosse anche l’ora di ironia, nel mondo ci sarebbero meno guerre. Per questo, evitando buonismi che non ci appartengono, è d’obbligo scherzare e confrontarsi con gli altri a suon di sorrisi.

In puro stile fantozziano, possiamo giocare tra le fila dei sushitariani e riempire di sfottò simpatici i vegetariani, oppure indossare la maglia dei fruttariani e bersagliare di polpette di banana gli avversari carnivori.

Sorridere fa bene all’appetito. La guerra, invece, lo fa passare.