Dieta flessibile, può funzionare veramente?

Scopriamo la dieta flessibile, cercando di capire di cosa si tratta, se può funzionare veramente e se - come promette - garantisce risultati nel tempo.

Dieta flessibile, può funzionare veramente?

La dieta flessibile è declinata in più metodi a seconda di chi la propone: il suo nome deriva da un acronimo, ovvero IIFYM e significa “If It Fits Your Macros” (se sono i macronutrienti giusti). In poche parole, la dieta flessibile intende insegnare un’alimentazione che sia un buon compromesso tra il dimagrimento e ciò che vorremmo e dovremmo davvero mangiare, garantendo così risultati costanti e duraturi nel tempo. Scopriamo se può funzionare veramente.

Di cosa si tratta

Una delle ragioni per cui è nata la dieta flessibile è per contrastare un aspetto spesso negativo nelle diete (intendendo, spero, diete nome e cognome e di moda, perché una dieta seria seguita da un nutrizionista non dovrebbe avere tale conseguenza negativa): un deficit calorico, che porta semmai a un dimagrimento sbagliato. Rispecchia un tipo di alimentazione che consente di seguire una dieta in maniera flessibile. La dieta flessibile vuol mantenere quindi un fabbisogno sostanzioso, che faccia però perdere perso e adipe senza intaccare la massa muscolare.

L’auto diagnosi (aiuto)

Il concetto di IIYFM spiegato nell’introduzione implica un’auto diagnosi per arrivare a capire e a selezionare, appunto, i nutrienti che fanno bene a noi e al nostro corpo. In pratica, una volta assimilate le calorie necessarie di macronutrienti (proteine, carboidrati, grassi) è possibile – secondo la dieta flessibile – mangiare in quantità mantenendo tuttavia miglioramenti dal punto di vista fisico.

BMI: te lo calcoli da solo

Una delle cose che mai si dovrebbero fare e che non mi stancherò mai di ripetere è proprio questa: nelle diete (che siano dimagranti o solo per benessere) dovrebbe essere vietato il fai da te. Non esistono formule. Non esistono formule magiche e soluzioni generiche che vadano bene per tutti. Eppure, l’auto diagnosi e l’auto monitoraggio suggerito dalla dieta flessibile impone un calcolo del proprio BMI (Indice di Massa Corporea) tramite la solita equazione che si trova ovunque. Peccato che il numerino che uscirà da tale calcolo non basta per ottenre la soluzione ideale per noi:

  • dei chili che ho addosso (a prescindere dal peso), quanti sono di massa grassa e quanto di massa magra?
  • sono sicuro di essere in perfetta forma? Niente glicemia alta? Niente colesterolo altro? Niente intolleranze?

Il calcolo casalingo del BMI non risponde a nessuna di queste domande… quindi, andate da un nutrizionista e lasciate perdere il fai da te.

Macronutrienti e non solo

La dieta flessibile non solo suggerisce un’auto analisi e esorta a fare molta attività fisica, ma ha un metodo che implica un’analisi costante di calorie e composizione dei macronutrienti. Quindi non basta dire “oggi ho ingerito 1300 kcal”, ma si deve arrivare a specificare (DA SOLI) “oggi ho ingerito 1300 kcal, di cui 500 di carboidrati, 500 di proteine e 300 di grassi; e i grassi sono stati X Y Z con tale percentuale di fibre…”. Capite che, anche mettendoci impegno, è un lavoro che solo un professionista può fare, e può fare bene.

Il vantaggio

Sicuramente i presupposti della dieta sono positivi: non si esclude alcun cibo, si esorta a mangiare in proporzione all’attività fisica. Soprattutto, l’auto analisi ha l’aspetto importanti di provare a raggiungere maggiore consapevolezza del proprio corpo e della propria alimentazione. Da qui a trarre conclusioni, però, dovrebbe esserci di mezzo un nutrizionista.