Dieta Montignac, come funziona

Dieta Montignac, come funziona

Michel Montignac è colui che ha portato tra noi l’omonimo stile alimentare: ufficialmente nel 2001, quando uscì il suo primo libro su tale argomento. Il dietista è diventato celebre per aver perso peso lui stesso tramite le sue indicazioni, e per aver approfondito e reso pubblici i suoi studi su glicemia e altri fattori. Vediamo da vicino la dieta Montignac, come funziona e da cosa si differenzia dalle altre diete miracolose.

Il metodo (“universalmente conosciuto”)

Sul sito ufficiale è scritto ovunque che il metodo Montignac non si basa sui principi canonici del controllo assoluto e restrittivo dell’alimentazione, ma che tiene conto del funzionamento metabolico. Soprattutto per quanto riguarda sue fattori: indice glicemico e insulina. Si tratta, sempre a detta del sito, di una “modalità alimentare equilibrata e non restrittiva sul piano quantitativo. Si basa essenzialmente su scelte preferenziali di alimenti all’interno di ogni categoria principale: glucidi (zuccheri e carboidrati), lipidi (grassi) e proteine. Le scelte sono operate tenendo conto della specificità nutrizionale (caratteristiche fisico-chimiche) e della potenzialità degli alimenti d’indurre reazioni metaboliche in grado di prevenire l’aumento di peso, la comparsa del diabete e i fattori di rischio cardio-vascolare. La sperimentazione e specifici lavori scientifici hanno dimostrato, quando tali patologie erano già presenti negli individui, che nella maggior parte dei casi era possibile ridurle in modo significativo seguendo il metodo Montignac“.

Studi su indici glicemici e iperinsulinismo

A quanto pare, il dietista Montignac studia questi due fattori dagli anni Ottanta, raccogliendo e analizzando articoli medico-scientifici a riguardo: è arrivato alla conclusione che non è necessario che si contino le calorie e che le si riduca drasticamente, ma – cosa che sostiene anche Lemme – ma che lo scopo dell’alimentazione sia prevenire obesità e diabete di tipo 2.

La causa dell’aumento funzionale del peso, per Montignac, è l’iperinsulinismo: ovvero la produzione eccessiva di insulina, che mantiene bassi i livelli di glicemia durante la digestione.

La controdieta

I dettami di una dieta ipocalorica prevedono un periodo limitato di tempo per testarla, il controllo restrittivo, spesso l’esclusione di alcuni alimenti. Montignac definisce quindi la sua una controdieta: prevede continuità illimitata, niente restrizioni e un punto di vista più personale da soggetto a soggetto.

Il fallimento delle diete ipocaloriche

Una dieta ipocalorica, che non tenga conto di glicemia e insulina, secondo Montignac è destinata a fallire, o a portare risultati temporanei e non duraturi. Cita come esempio: “uno studio pubblicato nel 1997 ha dimostrato che tra il 1980 e il 1990 gli Americani avevano diminuito il loro apporto energetico del 4% e il loro consumo di grassi del 11%. Il consumo di prodotti “light”, invece, è passato dal 19% al 76% nell’arco di un decennio. Malgrado ciò, nello stesso lasso di tempo, l’obesità negli USA è aumentata del 31%. Gli autori dello studio, sconcertati da quanto constatato, non esitarono a intitolarla «The American Paradox» (il paradosso Americano)“.

Le shop, moi je dis oui!

Fin qui, non essendo io medico ma avendo sentito parlare di queste cose (insulina, glicemia, insulino resistenza) da analisti specializzati in disturbi alimentari e medici, non ho molto di negativo da dire. Il fatto è che ci risiamo: ci si marcia sopra, con tanto di shop e dieta composta da numerosissimi prodotti “firmati”.

Prodotti

Sul sito ufficiale si suggerisce un’ipotesi di dieta, e ovunque si leggono suggerimenti di “marmellata Montignac”, “pane integrale Montignac”, “spaghetti Montignac”. Con ricette non proprio comodissime, come pollo all’indiana o insalata di barbabietola. Diciamo che mi cade un po’ la questione, ma in tutta la verità (e con tutte le diete di cui ho scritto – alcalina, minestrone, riso), questa è comunque la meno peggio.

In questo articolo ci sarà quindi un grande assente: il paragrafo I nostri no. Non perché non ce ne siano, di no, ma perché non trovo cose succose su cui accanirmi. Rimane il fatto, sacrosanto per me, e spero anche per voi, che le diete preconfezionate e i metodi firmati e brandizzati sono sempre una perdita di tempo anche se a volte le teorie alla base non sono malvagie.