La carne coltivata fa male alla salute? Il report di OMS e FAO

La carne coltivata è davvero nociva per la salute? La conclusione scientifica indica che la maggior parte dei rischi identificati è già nota poiché intrinseca ad altre produzioni alimentari ed esistono già misure standard per prevenirli.

La carne coltivata fa male alla salute? Il report di OMS e FAO

Sono giorni che la discussione sulla carne coltivata è entrata nel vivo della politica, dei giornali e dell’opinione pubblica. Il governo Meloni con il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida sono stati chiari: come per la farina di grilli, anche la carne, da loro indicata come “sintetica”, può mettere a rischio la tradizione italiana, la salute, l’ambiente e gli allevamenti del nostro Paese.

Ecco perché l’Italia ha deciso di impedirne la produzione (ma non l’importazione) sebbene la sua commercializzazione sia molto lontana dall’arrivare nel nostro Paese. Ma il consumo di carne coltivata potrebbe davvero essere un rischio per la nostra salute?

La situazione attuale

carne coltivata; carne sintetica

La produzione alimentare basata sulle cellule, che è il campo della coltivazione di prodotti agricoli animali direttamente dalle colture cellulari, è stata esplorata come una presunta alternativa sostenibile al sistema agricolo convenzionale. Poiché la produzione alimentare commerciale basata su cellule continua a espandersi, aumenta di conseguenza l’urgenza di affrontare una delle questioni più importanti per i consumatori, ossia la sicurezza alimentare.

Pertanto, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ha sviluppato un documento per capire come informare in modo corretto sulla sicurezza alimentare legata ai prodotti alimentari a base di cellule. Va anche detto che è indubbio come, nonostante il report realizzato, sia fondamentale continuare a investire in ricerca e sviluppo per capire se i presunti benefici di una maggiore sostenibilità possano effettivamente essere realizzati.

Il report della Fao e dell’Oms

carne coltivata; carne sintetica

 

Lo studio ha coinvolto 23 esperti per identificare e analizzare quali rischi per la salute possa dunque comportare il consumo di carne coltivata. Le principali questioni di sicurezza alimentare esaminate durante la consultazione degli esperti hanno incluso la contaminazione fisica, i pericoli chimici (compresi additivi, contaminanti e residui), i pericoli biologici, l’allergenicità (compresa l’ipersensibilità) e altre preoccupazioni riguardanti l’uso delle tecnologie più recenti o emergenti e dei nuovi sistemi di produzione. Per condurre l’identificazione completa dei pericoli per la sicurezza alimentare con le informazioni e le conoscenze disponibili, il gruppo tecnico ha considerato tutti i potenziali pericoli in modo da sviluppare un elenco esaustivo basato sulle quattro fasi della produzione alimentare realizzata con le cellule: approvvigionamento cellulare; crescita e produzione cellulare; raccolta cellulare; lavorazione e formulazione degli alimenti.

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La fase di approvvigionamento cellulare comprende la biopsia muscolare, l’ottenimento di cellule staminali, la riprogrammazione cellulare, l’isolamento cellulare, l’immagazzinamento cellulare e lo sviluppo complessivo della linea cellulare. La fase di crescita e produzione cellulare include la proliferazione cellulare, la differenziazione cellulare e l’espansione del bioreattore, mentre la fase di raccolta cellulare riguarda la raccolta di cellule e tessuti. La fase di lavorazione degli alimenti include qualsiasi altro processo successivo alla raccolta dei prodotti dal bioreattore. Gli esperti hanno scoperto che per gli alimenti a base di cellule molti pericoli sono già noti ed esistono negli alimenti già prodotti in modo convenzionale. Ad esempio, la contaminazione microbiologica può verificarsi in qualsiasi fase di qualsiasi processo di produzione alimentare; gli esperti hanno però concluso che la maggior parte dei casi di contaminazione microbica durante le fasi di crescita e produzione cellulare inibirebbe la crescita cellulare. Se le cellule sono cresciute e hanno raggiunto le aspettative di prodotto per il raccolto, il verificarsi di tale contaminazione sarebbe estremamente raro durante il processo di produzione, ma potrebbe verificarsi dopo il raccolto, come nel caso di molti altri prodotti alimentari. Per garantire la sicurezza alimentare per gli alimenti a base cellulare, si possono dunque applicare vari programmi di prerequisiti esistenti, come buone pratiche di fabbricazione e igiene, nonché sistemi di gestione della sicurezza alimentare come l’identificazione dei pericoli e i punti critici di controllo (HACCP). I piani di sicurezza alimentare dovrebbero poi concentrarsi sui materiali, gli input, gli ingredienti e le attrezzature che possono essere specifici per la produzione di alimenti cellulari, compreso l’uso di nuove sostanze necessarie per nutrire le cellule e la possibilità di reazioni allergiche a esse legate.

Pericolo o rischio? Facciamo chiarezza

Carne coltivata in laboratorio

È importante notare che esiste una differenza significativa tra i termini pericolo e rischio usati in articoli, documenti e dissertazioni sulla carne coltivata. Secondo il Codex Alimentarius, un pericolo per la sicurezza alimentare è spiegato come “un agente biologico, chimico o fisico o una condizione di un alimento che può potenzialmente causare un effetto nocivo per la salute”, mentre un rischio per la sicurezza alimentare è descritto come “una funzione della probabilità di un effetto nocivo per la salute e della gravità di tale effetto, conseguente a uno o più pericoli negli alimenti”. In questo caso parliamo dunque di rischi o di pericoli?

Conclusioni

Carne coltivata; wurstel

I prodotti alimentari a base di cellule non sono ancora disponibili nella maggior parte del mondo: è dunque improbabile che la maggior parte dei consumatori abbia familiarità con loro o con i processi produttivi. Questo è dunque il momento giusto per regolamentare e comunicare le questioni relative alla sicurezza alimentare associate a prodotti “sintetici” perché quando arriveranno sul mercato, l’attenzione di tutti sarà probabilmente sul risultato finale e non sul processo normativo progettato per garantirne la sicurezza. La produzione di carne di origine animale si è evoluta nel corso di migliaia di anni per soddisfare la domanda di fonti proteiche sicure e convenienti. La produzione e il consumo globali di prodotti con proteine animali continuano ad aumentare con la domanda guidata dalla crescita della popolazione, dall’economia e dall’urbanizzazione. Con una popolazione globale in rapido aumento, è importante poter valutare attentamente se gli alimenti a base di cellule aiuterebbero a fornire alimenti sani, nutrienti e sostenibili per le generazioni future, riducendo allo stesso tempo gli impatti ambientali (utilizzando significativamente meno terra e acqua, emettendo meno gas serra, riducendo l’inquinamento legato all’agricoltura, migliorando il benessere degli animali da allevamento e riducendo il rischio di malattie zoonotiche che possono diffondersi dagli animali all’uomo).

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Come primo passo verso una completa garanzia della sicurezza degli alimenti a base di cellule, il gruppo tecnico che ha realizzato la ricerca per Far e Sms ha identificato i potenziali pericoli che potrebbero essere introdotti durante l’approvvigionamento/coltura, la produzione, la raccolta e la lavorazione delle cellule: un primo passo estremamente importante nel brainstorming su tutti i potenziali problemi di sicurezza alimentare che potrebbero sorgere. A questo punto saranno fondamentali il feedback e i commenti che le comunità scientifiche internazionali riceveranno su questa ricerca poiché ne aiuteranno lo sviluppo.

Risolvere le numerose sfide e gli ostacoli che ancora esistono con gli alimenti a base di cellule, come gli elevati costi di produzione, gli ostacoli alla crescita e le lacune nelle conoscenze fondamentali, richiederà un livello significativo di impegni sia tecnici che finanziari da parte di tutte le parti interessate. La strada da percorrere è ancora lunga e sarà quella di continuare a investire nella ricerca e nello sviluppo per capire se i presunti benefici di una maggiore sostenibilità possano essere realizzati.